Guerra di famiglia Agnelli-Elkann: cosa sappiamo della prima udienza al tribunale civile di Torino

La decisione del Tribunale di Torino servirà ad accertare se su questa battaglia familiare debba valere il diritto testamentario elvetico o quello italiano

Continua la guerra legale ventennale, fatta di rivendicazioni patrimoniali, cause legali e accuse, che vede schierati su i due fronti Margherita Agnelli de Pahlen contro i tre figli John, Ginevra e Lapo Elkann per la successione della madre Marella Caracciolo, la vedova dell’avvocato Gianni Agnelli che ha indicato i tre nipoti come suoi unici eredi. Come anticipato da Milano Finanza nei giorni scorsi, ieri – lunedì 7 novembre – la giudice del tribunale civile di Torino Nicoletta Aloj ha ascoltato per circa due ore i legali delle rispettive parti: Carlo Re ed Eugenio Barcellona per i fratelli Elkann e Dario Trevisan per Margherita Agnelli. Da quanto si apprende, nell’udienza – svolta a porte chiuse – i legali hanno depositato nuove memorie. Il giudice si è riservato la decisione anche sulla data di rinvio. 


La giurisdizione di competenza

Il tribunale di Torino è chiamato a decidere sulla questione territoriale, ovvero la giurisdizione di competenza: Torino o la Svizzera? Sembra questa la domanda cruciale che potrebbe cambiare le sorti del procedimento. Secondo Margherita Agnelli, infatti, la madre viveva in Italia e non in Svizzera, dove però era domiciliata, a differenza dei fratelli Elkann che invece sostengono che Marella Caracciolo avrebbe vissuto in Svizzera non solo negli ultimi anni della sua vita, ma anche nel 2004, quando sono stati firmati gli atti dalla stessa Margherita che hanno regolato la privazione da parte della stessa dei beni del padre in cambio di 1.2 miliardi di euro e il patto successivo in cui rinunciava alla futura eredità della madre. Parte integrante degli accordi del 2004 riguardava anche la quota della Dicembre. Ovvero la società che controlla una galassia di gruppi tra cui Exor, tra Stellantis, Ferrari, Juventus, il gruppo Gedi (la RepubblicaLa Stampa), The EconomistCnh, Iveco, Louboutin e altre partecipazioni finanziarie. Margherita, infatti, aveva venduto il suo 33% a Marella Caracciolo.


Quale diritto

La decisione del Tribunale di Torino servirà ad accertare se su questa battaglia familiare debba valere il diritto testamentario elvetico o quello italiano. In questo senso, se Torino dovesse far valere il diritto svizzero, il procedimento sull’eredità potrebbe chiudersi una volta per tutte. Al contrario, se i legali di Margherita Agnelli riuscissero a dimostrare come l’Italia sia la giurisdizione di competenza per affrontare il procedimento, allora l’impero Agnelli di oltre 4.6 miliardi di euro potrebbe essere messo in discussione. Per i giudici, però, si dovrà aspettare almeno fino alla prossima primavera per il verdetto che potrebbe mettere fine a una lite familiare durata vent’anni. 

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