Sono due poliziotti e un medico della Salute mentale i primi indagati dalla procura di Genova nell’inchiesta sulle presunte omissioni, indagine nata dopo l’omicidio di Alice Scagni, uccisa dal fratello Albero lo scorso 1 maggio. «Un primo passo verso l’accertamento della verità», ha commentato l’avvocato della famiglia Scagni, Fabio Anselmo, che per i suoi assistiti aveva denunciato le presunte omissioni. A essere indagati sono una dottoressa della Salute mentale che avrebbe temporeggiato dopo la richieste dei genitori di ricoverare il figlio. E poi i due agenti, che non si sarebbero attivati dopo la chiamata del padre e della madre della vittima. Nei giorni scorsi il perito del gip aveva dichiarato Scagni semi infermo di mente, mentre per la procura sarebbe pienamente capace. In totale disaccordo i genitori, che considerano loro figlio del tutti incapace di intendere o volere.
Leggi anche:
- Alice Scagni, il padre al 112 prima dell’omicidio: «Mio figlio minaccia di tagliarci la gola». La risposta: «Prima deve denunciare»
- Alice Scagni, le chat del fratello con Luca Bizzarri il giorno prima dell’omicidio: la richiesta di incontro dopo averlo insultato
- Omicidio Alice Scagni, nessuno sconto di pena per il fratello: processo dal 9 giugno. Rischia l’ergastolo
- Omicidio Alice Scagni, la lettera della madre contro il genero: «Sapevi delle minacce, perché non hai fatto nulla?»
- Alice Scagni, la famiglia presenta un esposto contro la polizia: «Morta per un mancato intervento»
- Alice Scagni, l’ultima chiamata tra il fratello e il padre: «Se non mi dai i soldi sai dove finisce tua figlia?» – L’audio