G20, la dichiarazione finale: la condanna della guerra in Ucraina arriva dalla «maggioranza dei membri»

Il documento rispecchia la bozza di ieri. Il prossimo appuntamento nel 2023 in India

La dichiarazione finale del G20 di Bali esprime una posizione decisa, ma non unanime. «La maggioranza dei membri condanna la guerra in Ucraina», si legge nel documento, il cui testo rispecchia la bozza di ieri. «Abbiamo ribadito le nostre posizioni nazionali espresse in altre sedi, tra cui il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite», che «deplora con la massima fermezza l’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina. E richiede il suo ritiro completo e incondizionato dal territorio dell’Ucraina», si legge al terzo punto della dichiarazione. Il conflitto scatenato lo scorso febbraio, prosegue il testo, «sta causando immense sofferenze umane e esacerbando le fragilità esistenti nell’economia globale. Limitando la crescita, aumentando l’inflazione, interrompendo le catene di approvvigionamento, aumentando l’insicurezza energetica e alimentare ed elevando i rischi per la stabilità finanziaria». Tuttavia, rispetto al tema della guerra e delle sanzioni, «esistono altri punti di vista e diverse valutazioni». «Riconoscendo che il G20 non è la sede per risolvere le questioni di sicurezza, riconosciamo che le questioni di sicurezza possono avere conseguenze significative per l’economia globale», è la conclusione del documento. Queste parole segnano la fine del summit in Indonesia. L’appuntamento, per il 2023, è previsto in India: il leader di Giacarta Joko Widodo ha passato il testimone al premier indiano, Narendra Modi. Ma la tensione rimane alta: Volodymyr Zelensky si è rivolto ai partecipanti del vertice con un monito. «Tra voi c’è uno stato terrorista», ha affermato, alludendo alla Russia, che ha presto parte al summit attraverso il ministro degli Esteri Sergej Lavrov.


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