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La Corea del Nord lancia un missile intercontinentale nel Mar del Giappone. Tokyo: «Poteva raggiungere gli Usa»

18 Novembre 2022 - 08:49 Redazione
Il razzo è caduto a ovest dell'isola di Oshima nella prefettura di Hokkaido. Per il premier Kishida «è assolutamente inaccettabile»

La Corea del Nord ha lanciato un altro missile basilisco verso il mar del Giappone. A far sapere dell’ennesimo razzo nordcoreano lanciato intorno alle 10.14 locali (le 2.14 in Italia) e caduto a ovest dell’isola di Oshima-Oshima nella prefettura di Hokkaido, è la guardia costiera giapponese. Immediate le reazioni internazionali. Il lancio del missile «è assolutamente inaccettabile», ha detto il premier nipponico Fumio Kishida, che – parlando da Bangkok, dove è in corso il forum Apec – ha sottolineato l’assenza di segnalazioni di danni a navi o aerei e confermato l’atterraggio del razzo nella zona economica esclusiva (Zee) a ovest di Hokkaido che si estende fino a 200 miglia nautiche dalla costa del Giappone. Tempestiva la condanna anche da parte dei vertici militari di Seul che in un nota hanno fatto sapere di montare la situazione in stretta collaborazione con la Casa Bianca. «Pur rafforzando il nostro monitoraggio e la nostra vigilanza, il nostro esercito mantiene una posizione di piena prontezza in stretta collaborazione con gli Stati Uniti», ha affermato il comando in una nota.

La mossa di Pyongyang è maturata all’indomani del lancio di un missile balistico a corto raggio, preceduto di poche ore dall’avvertimento della ministra degli Esteri nordcoreana Choe Son-hui secondo cui lo Stato eremita intraprenderà «azioni militari più feroci se gli Stati Uniti rafforzeranno il loro impegno di deterrenza estesa nei confronti degli alleati regionali, tra Corea del Sud e Giappone». Un chiaro riferimento al vertice trilaterale di domenica scorsa, dove il presidente americano Joe Biden, quello sudcoreano Yoon Suk-yeol e il premier giapponese Fumio Kishida avevano accettato di lavorare insieme per per rafforzare le attività di coordinamento. Ma non solo, – a margine degli incontri regionali dell’Asean a Phnom Penh, in Cambogia – Washington aveva fatto sapere che avrebbe utilizzato una gamma completa delle sue capacità militari, sia nucleari sia convenzionali, per difendere i suoi alleati.

La condanna degli Stati Uniti: «Sfacciata violazione»

Gli Stati Uniti hanno condannato «con fermezza» il lancio del missile balistico da parte della Corea del Nord. «Il presidente è stato informato della situazione e, insieme con il team di sicurezza, continuerà a consultarsi con alleati e partner», si legge in un comunicato firmato dalla portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza, Adrienne Watson. «Questo lancio – continua – è una sfacciata violazione delle numerose risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e aumenta inutilmente le tensioni e rischiando di di destabilizzare la sicurezza della regione». Nel frattempo, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris ha fatto sapere che terrà un vertice urgente con i leader di Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e Canada per consultarsi – riferisce l’agenzia Kyodo, citando una fonte del governo di Tokyo – «sull’ultima provocazione del Nord».

Secondo Tokyo il razzo lanciato dalla Corea del Nord aveva un potenziale per poter raggiungere il territorio degli Stati Uniti. «Sulla base di calcoli che tengono conto della traiettoria, il missile balistico questa volta avrebbe potuto avere una capacità di portata di 15.000 km, a seconda del peso della sua testata, e in tal caso, significa che la terraferma degli Stati Uniti era nel suo raggio d’azione», ha affermato il ministro della Difesa nipponico Yasukazu Hamada, citato dall’agenzia Kyodo. Nonostante le sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Pyongyang ha condotto sei test nucleari tra il 2006 e il 2017, mentre l’intelligence di Seul e Washington ritengono che il leader Kim Jong-un possa dare l’ordine per effettuare il settimo in qualsiasi momento sulla convinzione che tutti i preparativi siano stati ultimati.

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