La prof del video di Renzi e Mancini in Autogrill è indagata: «Non sono una spia, vorrei incontrare l’ex premier»

Il reato ipotizzato è quello di diffusione di riprese e registrazioni fraudolente. Lei nega tutto

Della vicenda dell’incontro tra Matteo Renzi e lo 007 Marco Mancini di recente si è tornati a parlare per le accuse dell’ex premier ad Elisabetta Belloni. La responsabile dei servizi segreti italiani ha apposto il Segreto di Stato durante le indagini difensivi del legale di Mancini. «Così la verità si potrà sapere solo nel 2037», ha detto il leader di Italia Viva. Mentre secondo una versione filtrata nei giorni scorsi Belloni ha apposto il segreto riguardo questioni che riguardavano il funzionamento dei servizi segreti. Oggi, fa sapere il Corriere della Sera, c’è una novità. Dopo la pubblicazione del video da parte di Report il senatore di Firenze aveva portato in procura a Roma un esposto che ha fatto scattare un’indagine a Piazzale Clodio. E la professoressa che ha scattato 13 fotografie e girato due video dell’incontro nell’autogrill di Fiano Romano è indagata. L’ipotesi di reato è «diffusione di riprese e registrazioni fraudolente».


Il reato di diffusione di riprese e registrazioni fraudolente

Il reato si rifà all’articolo 617 septies del Codice Penale. E punisce chi diffonde con qualsiasi mezzo riprese audio e video «al fine di recare danno all’altrui reputazione» di incontri privati svolti in sua presenza o con la sua partecipazione. Prevede la reclusione fino a quattro anni. Ma prevede anche la scriminante del diritto di cronaca: non è punibile chi lo esercita. La signora che ha dato il video a Report è stata identificata. Ascoltata in un primo momento in procura come testimone, l’8 novembre è stata riconvocata con l’avvocato Giulio Vasaturo. Il quale ha spiegato al quotidiano che «con massima serenità e disponibilità, la mia assistita ha ampiamente chiarito la propria posizione, dimostrando in maniera anche documentale, quindi incontrovertibile, la casualità della sua presenza all’autogrill. E ovviamente la sua assoluta estraneità ad apparati di intelligence».


La ricostruzione dell’incontro

Si tratta in ogni caso di una denuncia diversa rispetto a quella di Mancini. Che invece punta il dito su Report. La professoressa ha spiegato ai magistrati che veniva a Roma, dove vivono i genitori. Voleva trascorrere il Natale con loro. Si è fermata all’autogrill per un malessere del padre. Subito dopo aver parcheggiato ha visto arrivare le auto. Prima quella di Mancini e poi quella di Renzi. Nel frattempo la donna aveva riaccompagnato il padre a bere una camomilla all’autogrill. La docente di arte ha ripreso Renzi e il suo interlocutore senza sapere chi fosse. Ha sentito il senatore salutarlo con un «Tanto per qualsiasi cosa sai dove trovarmi». Dice di aver ripreso perché leggeva sui giornali delle mosse di Renzi contro il governo Conte II. Ha inviato i video e le foto prima a un amico giornalista e poi al Fatto Quotidiano. Senza ricevere risposte.

L’interrogatorio

Quattro mesi dopo le ha mandate a Report usando il form dei contatti della trasmissione di Raitre. Ha scoperto l’identità dell’interlocutore di Renzi soltanto con il servizio. Durante l’interrogatorio la donna ha consegnato agli inquirenti le mail e i messaggi sulle foto inviate. Così come la documentazione medica che attesta la malattia del padre e le fatture del Telepass. Ieri il suo avvocato ha detto di essere «a disposizione» di Renzi e dei suoi legali. «Appreso del comprensibile desiderio del senatore di conoscere personalmente» la professoressa, l’avvocato Vasaturo fa sapere che la sua assistita è pronta a un incontro.

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