Roma, i cori anti premier al corteo contro la violenza sulle donne: «Meloni fascista, sei la prima della lista» – Il video

Insieme agli slogan urlati contro la presidente del Consiglio, anche striscioni con scritte come «ti mangiamo il cuore». Santanché: «Minacce che vanno condannate»

«Meloni fascista, sei la prima della lista». Questo è uno dei cori cantati durante la manifestazione contro la violenza sulle donne organizzata da Non una di meno a Roma. Insieme agli slogan urlati contro la premier italiana, anche striscioni con scritte come «Ti mangiamo il cuore», o «Fascista Meloni noi ti farem la guerra». Frasi per cui la Digos è intervenuta fermando e identificando alcune partecipanti del corteo, e che nelle ultime ore hanno destato non poche polemiche. «Siamo state identificate dalla polizia che ha tentato di toglierci lo striscione. Ma noi lo rivendichiamo», dicono le manifestanti citate dall’agenzia Dire. E anche sulla frase «Ti mangiamo il cuore», le presenti spiegano: «Si tratta di una citazione, un film appena uscito con protagonista Elodie, “Ti mangio il cuore”». A intervenire sulla questione è stata la ministra del Turismo Daniela Santanché: «Non sorprendono più le continue manifestazioni di odio e violenza nei confronti di Giorgia Meloni, rea evidentemente di aver vinto libere e democratiche elezioni», ha detto, «semmai, quello che stupisce e ci fa sorridere amaramente è che questo odio oggi arrivi proprio da quei ragazzi e ragazze che partecipando alla manifestazione “Non una di meno“, sfilano contro la violenza sulle donne». L’esponente di Fratelli d’Italia ha continuato facendo riferimento ai cori arrivati dal corteo nelle ultime ore: «”Meloni fascista, sei la prima della lista” non è e non sarà mai una critica politica, ma è una grave minaccia per la quale chiediamo la ferma condanna di tutte le forze politiche». Sulla politica la ministra si è rivolta in particolare alle donne dell’opposizione: «Quelle di sinistra, non sempre pronte a stigmatizzare questi questi gravi episodi contro il presidente del Consiglio o le donne di destra».


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