Le 16 società offshore della famiglia Agnelli: le carte segrete sui soldi nascosti nelle Isole Vergini

Spuntano nella causa a Torino di Margherita Agnelli contro i figli John, Lapo e Ginevra

Sedici società offshore, tutte con sede nelle Isole Vergini Britanniche e conti in Svizzera nell’agenzia della Morgan Stanley Ag di Zurigo. Molte di queste costituite con Gianni Agnelli ancora in vita. Altre create subito dopo la morte o negli anni successivi. E in buona parte riconducibili a Marella Caracciolo. Le hanno trovate gli analisti ingaggiati da Margherita Agnelli de Pahen. E sono al centro del nuovo processo civile intentato nei confronti dei suoi tre figli, nati dal matrimonio con Alan Elkann. Oggi a parlarne è il il Fatto Quotidiano. Nella prima udienza la giudice del tribunale civile di Torino Nicoletta Aloj ha ascoltato per circa due ore i legali delle rispettive parti: Carlo Re ed Eugenio Barcellona per i fratelli Elkann e Dario Trevisan per Margherita Agnelli.


La causa

Nella causa Margherita Agnelli chiede l’eredità della madre Marella Caracciolo di Castagneto, morta nel 2019. Tra i beni c’è anche la società Dicembre, che John Elkann controlla al 60% (Lapo e Ginevra hanno il 20% ciascuno). Che gli consente il controllo a cascata dell’accomandita di famiglia, ovvero l’olandese Giovanni Agnelli B.V. E da lì la Exor con i suoi 40 miliardi di valore. La tesi di Margherita è che il patrimonio le fu occultato e fu trasferito nella disponibilità della madre. Una delle prove sono le 16 società offshore. Per undici di queste è stato possibile solo conoscerne il nome e la data di costituzione (il 1998). Alcune sono in lingua inglese, come Chelmsford Finance Ltd o Marimbeach S.A. Altre in spagnolo come Samero Investment Ltd e Cortemadera Holding S.A. Sono dichiarate come riconducibili a membri della famiglia Agnelli. Poi ci sono la Budeena Consulting Inc., la Layton S.A.B.V.I., la Silkeston Invest Corporation B.V. Nell’articolo firmato da Ettore Boffano si scrive che fu dal conto svizzero di Silkestone che vennero trasferiti alla figlia, dopo l’accordo “transattivo” del 2004, 109 milioni di euro come parte della sua liquidazione. De Pahlen chiese chi avesse ordinato quel pagamento. La risposta della banca: «Il titolare del conto ci consiglia di non rispondere a questa domanda».


L’ammissione degli avvocati

Tra le altre società all’interno dello schema c’è la Fima Finance Management Inc. L’elenco si chiude con la Silver Tioga Inc. B.V.I., costituita il 3 agosto 2007. Dieci anni dopo il suo investor advising dichiarava che la beneficiaria del conto era Marella Caracciolo. L’Agenzia delle Entrate ha comminato a madre e figlia nel 2010 una multa per l’evasione del patrimonio estero da 100 milioni. La pagò Marella e non Margherita. In ultimo, i legali degli Elkann hanno firmato una nota che ammette l’esistenza delle 16 società. In questa si sostiene che l’esistenza del patrimonio estero sarebbe un “segreto di Pulcinella” e non invece una “scoperta straordinaria” come vorrebbe far credere Margherita Agnelli. Si tratta d un patrimonio che non era stato dichiarato al fisco italiano. «Quali fossero le ragioni di questa mancata dichiarazione non è rilevante in questa sede». Mentre, secondo i legali degli Elkann, la figlia dell’Avvocato solleva il problema «per poter edificare la leva della pressione mediatica».

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