Bonus cultura per i 18enni, Sangiuliano: «Da riformare per evitare aspetti grotteschi». Mollicone: «Si presta a frodi»

Il ministro auspica che nasca una vera Carta della cultura, mettendo a punto «un meccanismo anti-truffe»

«Non aboliamo la App 18. È una fake news». È questa la posizione del presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone. L’esponente di Fratelli d’Italia è tra i firmatari dell’emendamento sulla Carta per la cultura destinata ai 18enni. Ieri, 9 dicembre, è circolata la notizia che il bonus messo a disposizione dallo Stato per i ragazzi appena diventati maggiorenni potrebbe essere abrogato da un emendamento alla legge di Bilancio della maggioranza a firma FdI, Lega e Forza Italia. «Verrà fatta una nuova Carta – ha spiegato Mollicone – con criteri più trasparenti ed equi, perché c’è anche il tema sociale». E «potrebbe essere legata all‘Isee». Poi ha aggiunto: «Oggi ci si comprano i libri di testo e questo non può avvenire perché la carta è erogata dal Ministero della cultura e i libri di testo non sono ammessi. Ma, di fatto, così è diventata un ammortizzatore sociale». Anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha dichiarato all’Adnkronos che vede diverse «criticità» sull’attuale bonus cultura. Per il ministro è fondamentale che la misura venga ridefinita affinché diventi uno strumento reale per i consumi culturali dei giovani. «Auspico che nasca una vera Carta della cultura per i giovani».


In una telefonata con Italpress, Sangiuliano ha ribadito la necessità di riformare la cosiddetta 18App: «È necessario ridefinirla e rinominarla, affinché questo strumento diventi realmente una modalità di consumi culturali per i giovani orientandoli alla lettura di libri, alla visita di mostre, ai corsi di lingua e alla musica – ha aggiunto -. Penso che vada introdotta una soglia Isee che escluda persone appartenenti a famiglie con redditi elevati». Sulla polemica per l’abrogazione del bonus, il ministro ha scagionato il governo, trattandosi appunto di un emendamento di natura parlamentare. «Inoltre occorre mettere a punto un vero meccanismo anti-truffe e bisogna riperimetrare gli ambiti di utilizzo a consumi davvero culturali, evitando aspetti grotteschi. Su tutto ciò intendo lavorare insieme agli operatori del mondo della cultura per migliorare il sistema. Auspico – ha concluso Sangiuliano – che nasca una vera Carta della cultura per i giovani».


Cosa non convince Mollicone dell’attuale bonus cultura e le frodi che ci sono dietro

Il presidente della commissione Cultura ha riferito di presunti danni erariali e che la Guardia di finanza e le procure starebbero indagando su un uso fraudolento della Carta. «Sarebbero già accertati 9 milioni di euro di frodi al ministero della Cultura. Manca un report di vigilanza su questo, anche storico. Vuol dire che qualcuno in passato non ha vigilato. Ma – ha ribadito – è una fake news che noi vogliamo cancellare la Carta». Ma resta chiaro che per FdI, l’app «è fatta male». Intanto, da Italia Viva qualcuno ha lamentato poco ascolto da parte della maggioranza. «Ci siamo mossi da opposizione responsabile presentando le nostre proposte al governo. Abbiamo chiesto interventi in sostegno dei giovani», ha affermato Raffaella Paita, capogruppo del Terzo polo al Senato. «Nessuno ci ha più contattato o detto se le proposte saranno prese in considerazione». E ancora: «Noi siamo andati da Meloni con proposte concrete e ci troviamo invece un Governo che taglia in cultura e aiuta i furbetti del Pos. L’Italia di Giorgia Meloni non è un Paese per giovani».

Dove andranno i fondi dell’App 18

I fondi dell’App 18, circa 230 milioni di euro, saranno comunque destinati alla filiera della cultura. «L’emendamento che ho presentato – ha spiegato Mollicone – è un emendamento strutturale e riguarda tutte le categorie che di fatto oggi sono beneficiarie dell’App 18: la filiera editoriale, musicale, dei concerti e dello spettacolo dal vivo. Quei soldi verrebbero spostati sul nuovo Fus, che non si chiamerà più così, ma Fondo Nazionale per lo spettacolo». Ci sarebbero, quindi, «più fondi per il Tax Credit del cinema, per le sale cinematografiche e anche per la filiera del libro con l’istituzione del Fondo del libro, che, tra l’altro, era una proposta anche della precedente maggioranza, con anche fondi per i piccoli editori e le librerie di prossimità». Non solo libri e cinema, i fondi dovrebbero essere investiti anche per la tutela del patrimonio storico. «Sarebbero coinvolti, ad esempio, anche i carnevali storici, che insieme alle rievocazioni portano rilancio dei borghi e delle città d’arte, generando turismo e quindi economia».

Leggi anche: