Putin: «Il tentativo dell’Occidente di distruggere l’economia russa è fallito. Il rublo è fra le monete più forti al mondo»

Il capo del Cremlino ha anche affermato che, nonostante le sanzioni, l’export di Mosca verso la Ue sia aumentato del 42%

«Contro di noi un’aggressione economica senza precedenti». Le parole di Vladimir Putin arrivano mentre al Consiglio europeo di Bruxelles si discute proprio della reazione europea all’invasione russa in Ucraina. Il capo del Cremlino, in videocollegamento, ha preso parola alla riunione del Consiglio per lo sviluppo strategico e i progetti nazionali. Il suo discorso è riportato dagli organi di stampa di Mosca e verte sull’esaltazione della «resilienza delle finanze russe» e sul presunto crollo dell’economia occidentale. «Come sapete, è stato lanciato un enorme attacco sanzionatorio contro la Russia. Mirava essenzialmente a schiacciare la nostra economia in breve tempo, esaurendo la nostra valuta nazionale – il rublo – e provocando un’inflazione distruttiva. Ma il rublo è diventato una delle valute più forti al mondo nel 2022, anche in virtù del passaggio del pagamento del gas in rubli. Il livello dei prezzi in Russia, dopo un forte aumento in marzo-aprile, non è praticamente cambiato da maggio».


Per Putin, «il tentativo dell’Occidente di distruggere l’economia russa è fallito». A dimostrazione della sua tesi, il presidente della Russia ha snocciolato dei dati sul Pil, il cui calo nel 2022 «potrebbe rivelarsi inferiore a quanto previsto di recente e ammontare a circa il -2,5%». Le precedenti previsioni stimavano una contrazione del -2,9%. «Per l’anno in corso e nei prossimi, il bilancio federale sarà eseguito con un piccolo deficit, di circa il 2% del Pil e questo sarà il miglior indicatore del G20», ha aggiunto. Putin ha chiarito che il suo Paese «non prenderà mai la strada dell’autoisolamento e dell’autarchia», ma ha ricordato che, semplicemente, i rapporti commerciali ed economici stanno prendendo altre direzioni e forme rispetto alla traiettoria orientata verso l’Occidente, «ma questo processo è iniziato ben prima dell’operazione speciale in Ucraina. I Paesi occidentali hanno cercato di spingere la Russia alla periferia dello sviluppo mondiale, ma il nostro commercio estero già da molti anni si stava spostando verso regioni e mercati dinamici, verso paesi in via di sviluppo dinamico».


Nonostante le sanzioni dell’Unione europea, Putin ha parlato di tassi di crescita delle esportazioni di Mosca verso i Paesi membri, sostenendo che le forniture di beni di base russi all’Unione europea sono cresciute quasi del doppio nei primi nove mesi di quest’anno. Complessivamente, secondo il capo del Cremlino, le esportazioni russe sono aumentate, nel suddetto periodo, del 42% e il saldo positivo commerciale è aumentato di 2,3 volte, per un valore di 138 miliardi di dollari. Il presidente russo ha sottolineato che «l’Unione europea continua a consumare i nostri beni e servizi», trattenendo invece le proprie esportazioni. «Tali squilibri non possono continuare indefinitamente», ha affermato Putin. Il quale, dopo aver definito «una follia» la politica europea sul tetto al prezzo del gas, ha concluso: «C’è un’inflazione senza precedenti nell’Unione europea. Le autorità europee hanno ammesso che la politica degli Stati Uniti – nei confronti della Russia – sta portando alla deindustrializzazione dell’Europa».

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