Il segretario del Pd Enrico Letta ha chiesto alla Commissione nazionale di garanzia del partito di riunirsi con la massima urgenza. E nell’arco della mattinata, come confermano dal Nazareno, l’europarlamentare Andrea Cozzolino che, sebbene non indagato sarebbe stato coinvolto nella rete di corruzione del Qatargate, è stato sospeso dal partito e da ogni incarico. A una settimana dall’esplosione del caso-tangenti al Parlamento europeo che vede indagati diverse figure di spicco del gruppo dei Socialisti & Democratici (S&D), quello di cui fa parte in sede Ue il Pd, è il primo atto formale del leader Letta. L’indagine, come noto, ha coinvolto prima di tutto l’ex eurodeputato Antonio Panzeri, con una lunga militanza nel Pd prima di passare ad Articolo 1, e la vicepresidente greca del Parlamento, ora rimossa, Eva Kaili. Ma a preoccupare, appunto, è il possibile allargamento dell’inchiesta, a partire dai sospetti segnalati dal compagno di Kaili, Francesco Giorgi, sull’europarlamentare Cozzolino. La decisione presa nei suoi confronti è considerata, come si legge nel comunicato dello stesso Pd, cautelativa e «la più opportuna a garanzia dell’onorabilità della comunità dei democratici e delle democratiche e a tutela degli stessi esponenti chiamati in causa, affinché siano più liberi di esporre le proprie ragioni e fornire i chiarimenti che saranno richiesti dalle autorità inquirenti». Il Nazareno ribadisce che «Il Partito Democratico conferma di essere parte lesa in questa vicenda e agirà conseguentemente in tutte le sedi giudiziarie».
Nel frattempo, anche il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, candidato a succedere a Letta come nuovo segretario del partito, si è espresso sulla vicenda: «Abbiamo bisogno che l’onestà, la sobrietà e il rispetto delle regole, alla luce di quello che sta accadendo vergognosamente a Bruxelles, tornino al centro dell’azione politica». Proprio da Bruxelles, intanto, il Partito Popolare Europeo (Ppe) – raggruppamento europeo di centrodestra – torna ad attaccare a testa bassa i socialdemocratici, con cui pare condividono il sostegno della stessa maggioranza di larga coalizione al Parlamento europeo: «A quasi una settimana dall’inizio dello scandalo i socialisti non hanno riconosciuto il vero problema: una rete corrotta di politici e assistenti all’interno della propria famiglia politica insabbiata da dubbie Ong. È giunto il momento per loro di affrontare i fatti dello scandalo sulla corruzione del Qatar». Un attacco frontale allo schieramento di centrosinistra motivato dal fatto, fanno sapere dal Ppe, che pur essendo alleati in questa legislatura in Ue «non esiste un patto di non-aggressione tra S&D e Ppe».
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