Qatargate, cosa c’è nell’indagine sul Pd Cozzolino. L’europarlamentare Arena: «Non sono l’amante di Panzeri»

I sospetti nati dalle dichiarazioni di Giorgi. La procura potrebbe chiedere l’autorizzazione a procedere. Le altre piste e le dissociazioni

«Mi sento nel frullatore. E ci sono finito soltanto perché Francesco Giorgi ha detto di avere un sospetto su di me». Il nome dell’eurodeputato del Partito Democratico Andrea Cozzolino non è tra gli indagati nell’inchiesta sulla corruzione dal Qatar. Ma è nel “mirino” della procura di Bruxelles. Perché, è la tesi dei magistrati, fa parte del gruppo insieme ad Antonio Panzeri. Ma al momento non è stato indagato. Perché non si trovano dazioni di denaro a lui collegabili. E perché ha l’immunità parlamentare. Vogliono chiedere l’autorizzazione, ma solo quando avranno abbastanza prove per farlo. Intanto l’eurodeputata socialista di origine italiana Maria Arena fa sapere che su Panzeri ha sbagliato giudizio. Ma respinge un gossip che gira nei corridoi di Strasburgo: «Non sono la sua amante».


L’inchiesta

L’indagine su Cozzolino parte davvero dal sospetto di Giorgi. L’assistente parlamentare a cui la polizia italiana ha trovato 20 mila euro in contanti in una cassetta di sicurezza ad Abbiategrasso ha detto ai magistrati belgi di avere l’idea che lui sia associato a Panzeri. L’altro nome fatto da Giorgi è quello di Tarabella, anche lui non indagato. Mentre gli altri due italiani coinvolti, Brando Benifei e Alessandra Moretti, respingono qualsiasi coinvolgimento. Aiutati anche dalle dichiarazioni di Giorgi. Intanto La Stampa fa sapere che i soldi cash trovati a Bruxelles sarebbero solo una piccola parte delle tangenti. Gli investigatori della Guardia di Finanza lavorano su sette conti correnti italiani. Perché «è presumibile che il provento dei fatti illeciti sia stato trasferito sui conti bancari». Negli estratti conto già sono stati rinvenuti alcuni movimenti che potrebbero essere interessanti.


Le altre piste

Ma si tratta di una pista su cui gli investigatori hanno appena iniziato a scavare. Per ricostruire il «quadro internazionale dell’organizzazione criminale» che pagava «ingenti somme di denaro in cambio dell’attività» di eurodeputati e non solo finiti «a libro paga» dei paesi corruttori. A carico di Cozzolino c’è anche un incontro con Mansour Yassine, capo dei servizi segreti del Marocco. «Ma ti pare che il capo dei Servizi Segreti incontri me?», risponde l’eurodeputato al quotidiano. Lui si è autosospeso dal gruppo dei Socialisti, ma «non sono stato indagato, non sono stato interrogato, non ho subito perquisizioni». Anche se si dice «a disposizione dell’autorità giudiziaria».

L’europarlamentare Arena

Invece l’europarlamentare Maria Arena si difende. Anche lei non è indagata. Ma anche alla sua assistente parlamentare Donatella Rostagno sono stati perquisiti gli uffici e la casa. Per questo lei si è autosospesa «temporaneamente» dal ruolo di presidente della sottocommissione Diritti Umani. «Conosco la mia assistente dal 2014 perché abbiamo lavorato insieme su questioni relative all’Africa. Lei era stata chiamata da Fight Impunity nel 2021 per una consulenza di sei mesi e io l’ho reclutata nel 2022. Ma non per questo. Bensì per la sua esperienza sull’Africa. Le perquisizioni sono legate al periodo in cui lei ha lavorato con Fight Impunity. Ma non hanno proprio nulla a che vedere con me». Nel colloquio con Marco Bresolin l’europarlamentare di origine italiana ci tiene a smentire anche altro: «Panzeri era un amico e su di lui mi ero indubbiamente sbagliata. Ma voglio che una cosa sia chiara: non ero la sua amante».

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