Mattarella: «Dalla Russia impensabili attacchi crudeli. L’Iran? Uno Stato che uccide i suoi figli si condanna da sé»

«Mai avremmo pensato che un Paese come la Russia, a noi così vicino per cultura e storia, potesse arrivare al punto di attaccare le infrastrutture civili», dice il capo dello Stato all’incontro per gli auguri di Natale con il corpo diplomatico

Prosperità, stabilità e sicurezza «non sono solo valori da tutelare, ma interessi strategici da difendere». Sono le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia per la presentazione degli auguri di Natale e di fine anno al Capo dello Stato da parte del Corpo diplomatico. Il Capo dello Stato ha evidenziato che in un mondo sempre più interconnesso, le sofferenze inflitte dalla guerra della Russia contro l’Ucraina «non stanno colpendo solo Kiev: in ogni angolo del mondo cittadini di Paesi diversi e lontani tra loro, soffrono per le ripercussioni del brutale attacco russo». Sino a un anno fa, nel periodo della pandemia di Coronavirus, «ci dicevamo l’un l’altro che nessuno poteva sentirsi al sicuro finché tutti, ovunque nel mondo, non fossero stati al sicuro dalla malattia. Oggi purtroppo dobbiamo constatare come lo stesso assioma valga anche per quanto sta avvenendo in Ucraina». E Mattarella incalza: «Mai avremmo pensato che un Paese come la Russia, a noi così vicino per cultura e storia, potesse arrivare al punto di attaccare le infrastrutture civili dell’Ucraina al fine crudele di privare la popolazione di luce, acqua e riscaldamento per tutto il lungo e rigido inverno di quei luoghi».


A causa del conflitto in Ucraina, ha proseguito Mattarella, «viene meno la sicurezza alimentare, così come quella degli approvvigionamenti energetici, mentre la crescita esponenziale dei prezzi delle materie prime colpisce indiscriminatamente in tutti i continenti e, ovunque, le fasce più deboli sono le prime a pagare il prezzo di scelte scellerate». In questo modo, ha proseguito il Capo dello Stato, «vengono così violati insieme ai diritti del popolo ucraino, i diritti fondamentali di milioni di persone nel mondo, diritti che sono le fondamenta delle nostre democrazie: dobbiamo prenderci cura della democrazia, difenderne con vigore quei valori e ideali che sono la condizione indispensabile perché tutti possano godere dei diritti umani fondamentali».


Il presidente Mattarella ha ribadito la propria ferma condanna anche «a ripetuti, brutali, tentativi di soffocare le voci dei giovani che manifestano pacificamente per chiedere libertà e maggiori spazi di partecipazione». Il riferimento, non esplicitato, è alle repressioni delle proteste dei giovani in Iran, esplose a seguito della morte di Mahsa Amini, la 22enne di origine curda, morta mentre era sotto custodia della polizia morale per non aver indossato correttamente l’hijab. E Mattarella ha aggiunto: «Un Paese che respinge e uccide i propri figli si condanna da sé». Da qui l’invito a mantenere alta e vigile il rispetto e la difesa dei diritti e dei valori fondamentali della democrazie, con unità e coordinamento a livello internazionale: «Non dobbiamo rinunciare a rafforzare un ordinamento internazionale che sia capace, alla prova dei fatti, di assicurare certezza del diritto, rispetto dei diritti umani, soluzione pacifica delle controversie. Dobbiamo avere la visione e la determinazione per modellare strumenti in cui tutti gli Stati possano rispecchiarsi e riporre fiducia».

Mattarella ha osservato che per raggiungere tali obiettivi serve «una governance globale e un rilancio urgente di un multilateralismo efficace portatore di pace e giustizia, basato su istituzioni rappresentative, democratiche, trasparenti, responsabili ed efficienti: non dobbiamo consentire che l’affanno delle crisi contingenti ci distragga dall’azione di riforma del sistema multilaterale e delle sue istituzioni». E il Presidente della Repubblica ha dunque concluso con una riflessione e sollecito a difendere la democrazia, non solo nel proprio Paese: «Come possiamo accudire le nostre democrazie? Come possiamo lavorare per una pace giusta? La comunità internazionale dispone degli strumenti per assolvere questo compito, ed è necessario che i Governi ripongano fiducia in quelle organizzazioni, a cominciare dalle Nazioni Unite, che nacquero proprio per rispondere all’esigenza di tutelare pace e democrazia. Oggi la comunità internazionale, noi tutti, dobbiamo prenderci cura della democrazia».

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