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Twitter, Musk verso le dimissioni: «È alla ricerca di un nuovo Ceo». La svolta dopo il sondaggio-boomerang tra gli utenti

20 Dicembre 2022 - 16:13 Alessandra Mancini
Il patron di Tesla aveva già affermato in precedenza che la sua posizione sarebbe stata temporanea

Elon Musk sta cercando un nuovo Ceo per Twitter. Ad annunciarlo è la Cnbc che ricorda come il patron di Tesla aveva già precedentemente affermato che la sua posizione da amministratore delegato sarebbe stata temporanea. «Mi aspetto di ridurre il mio tempo su Twitter e trovare qualcun altro che gestisca Twitter nel tempo», aveva dichiarato lo scorso novembre. Tuttavia, in un tweet dei giorni scorsi aveva puntualizzato che non esiste alcun successore. Intanto, però, il re è nudo. E a spogliarlo è stato il “suo” popolo che in un sondaggio su Twitter ha votato a favore delle dimissioni dal social network. Ma per molte ore dopo la consultazione online sul suo destino all’interno della piattaforma, Musk è rimasto in silenzio. L’imprenditore infatti ha deciso di non commentare – come è solito invece fare – direttamente il tweet del sondaggio a cui hanno partecipato più di 17 milioni di utenti. Tuttavia dopo diverse ore è ricomparso “obliquamente” sul social media, da lui acquistato a ottobre per 44 miliardi di dollari. Lo ha fatto prima rispondendo con un laconico «interessante» al tweet di un utente che, facendo notare la relazione tra voti al sondaggio e relativi «mi piace» si chiedeva se esso non fosse stato manipolato da un’armata di bot. Quindi Musk ha accolto di buon grado un’altra idea suggerita da un utente: quella di far votare sulle questioni relative alla piattaforma soltanto gli abbonati “premium” che hanno ottenuto (a pagamento, secondo il nuovo sistema) la tanto agognata spunta blu. «Ottima osservazione. Twitter farà quel cambiamento», ha scritto Musk rispondendo al suggerimento. Poi, di nuovo il silenzio.

La “vendetta” di Mastodon

Mentre Musk prepara la prossima mossa, sempre nella bufera di accuse e polemiche, arriva l’affondo del social network che più ha beneficiato della transizione critica di Twitter: Mastodon. Da quando Elon Musk ha completato l’acquisizione di Twitter a fine ottobre, infatti, i contatori del social network sul numero di utenti attivi sono impazziti. A rivelarlo è stato lo stesso fondatore del social, Eugen Rochko. «Tra ottobre e novembre il numero di utenti attivi da 300 mila è decollato fino a 2,5 milioni, con sempre più giornalisti, personaggi politici, scrittori, attori e organizzazioni che si trasferiscono», si legge in una nota diffusa oggi da Rochko. E poi: «Comprendendo che la libertà di stampa è assolutamente essenziale per una democrazia funzionale, siamo entusiasti di vedere Mastodon crescere e diventare un nome familiare nelle redazioni di tutto il mondo e ci impegniamo a continuare a migliorare il nostro software per affrontare le nuove sfide che verranno con una rapida crescita e una domanda crescente».

La convocazione al Parlamento europeo

Il ripristino dell’account di Donald Trump, i continui licenziamenti del personale dell’azienda, l’addio alla politica anti-disinformazione sul Coronavirus, ma anche la messa al bando di alcuni giornalisti sono solo alcune delle motivazioni che hanno spinto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, a scrivere a Elon Musk per chiedergli di testimoniare davanti all’organo legislativo dell’Ue. «Twitter non diventi inconsapevolmente un catalizzatore di incitamento all’odio, interferenze elettorali e disinformazione», scrive la presidente nella sua lettera d’invito a Elon Musk visionata dall’Ansa. Per Metsola infatti il social media «svolge un ruolo centrale nella vita democratica dell’Unione europea e consente la possibilità di un discorso civile». Nell’invito Metsola ricorda inoltre che il Parlamento europeo ha recentemente adottato la legge sui servizi digitali e sta attualmente lavorando ad un regolamento sulla trasparenza ed il targeting della pubblicità politica online. «La sua presenza al Parlamento europeo ci consentirebbe di avere uno discussione schietta in pubblico», conclude. 

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