Harvey Weinstein condannato a Los Angeles: colpevole di uno stupro e due aggressioni sessuali

L’ex produttore sta già scontando una pena di 23 anni. Qui la giuria non ha creduto ad altre tre testimonianze

Harvey Weinstein è colpevole di uno stupro e di due aggressioni sessuali. La giuria di Los Angeles si è divisa sui sette capi d’imputazione. E non ha trovato l’unanimità sull’accusa in carico all’ex produttore. Ovvero quella di essersi approfittato delle donne che lo avevano avvicinato e di aver fatto sesso con loro senza consenso. Weinstein sta già scontando una pena di 23 anni per una condanna a New York. Ne rischiava altri 60, ma adesso si parla di una pena tra i 18 e i 24 anni. «Siete le nostre eroine contro un mostro», ha mandato a dire l’attrice premio Oscar Mira Sorvino alle donne che hanno testimoniato contro di lui.


Dieci ore in camera di consiglio

Dieci ore in camera di consiglio non sono bastate ai giurati per trovare l’accordo «contro ogni ragionevole dubbio» su un capo di imputazione per stupro e altri due per aggressione sessuale. Il verdetto ha concluso un processo cominciato a fine ottobre e che aveva visto le deposizioni di 44 testimoni tra cui la modella italo-filippina Ambra Battilana Guterres: E della moglie del governatore della California Gavin Newsom: Jennifer Siebel Newsom è attrice e documentarista. Come a New York, Weinstein si è rifiutato di farsi interrogare durante l’istruttoria. La giuria ha creduto alla testimonianza di “Jane Doe 1”, ovvero una modella famosa all’epoca in Italia. Aveva accusato Weinstein di averla stuprata in un albergo di Los Angeles nel febbraio 2013.


L’unanimità mancata

L’ex produttore, che si era in tutti i casi dichiarato non colpevole, è stato invece scagionato dalle accuse di aggressione contro la massaggiatrice “Jane Doe 3“, che avrebbe confidato le molestie a un altro cliente famoso, Mel Gibson. Mentre i giurati si sono divisi sulle altre due accusatrici una delle quali è la moglie di Newson. Su di lei il verdetto è stato di otto a quattro, non sufficiente a dichiarare l’unanimità. «Sono orgoglioso di lei per aver testimoniato», ha dichiarato il marito a verdetto annunciato. Nel 2023 la Corte d’Appello di New York dovrà decidere su un ricorso dei legali dell’ex produttore.

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