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Qatargate, sospetti su un comitato tech del Parlamento Ue che ha aiutato la carriera di Kaili. E c’era un ruolo per la sorella

22 Dicembre 2022 - 13:29 Redazione
La deputata, a lungo presidente dello Stoa, avrebbe spinto per nominare come advisor un italiano con lunga esperienza in Qatar

La presunta, e per il momento tutta da dimostrare, vicinanza di Eva Kaili alle lobby che fanno pressione sul Parlamento europeo si sarebbe tradotta anche in un aiuto alla sua carriera. È il sospetto di cui si parla nei corridoi dell’istituzione, riferito dall’Ansa, e che si collegherebbe in particolare al Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia (Stoa), un panel dell’Eurocamera dedicato alla «realizzazione di progetti di valutazione tecnologica» e che dal 2017 al 2022 è stato guidato proprio da Eva Kaili, la ex vicepresidente del Pe che tra l’altro proprio oggi è davanti al giudice per chiedere di essere scarcerata dopo essere finita, assieme al compagno, Francesco Giorgi, in una indagine per le mazzette provenienti da Qatar e non solo. Questo ruolo, dicono fonti interne al Parlamento europeo, avrebbero permesso a Kaili «un’accelerazione improvvisa della carriera e un esposizione maggiore alle lobby e molti nuovi contatti con gruppi di interesse, soprattutto tecnologici». Fanno riflettere, in particolare, i nomi presenti nell’advisory board: un gruppo di scienziati tra i quali spicca il “professore” originario del Molise Salvino Salvaggio, direttore esecutivo presso l’Università Hamad Bin Khalifa e presso il Qatar Fund. Proprio Kaili, riferiscono fonti riservate all’Ansa, avrebbe spinto perché Salvaggio entrasse nell’advisory board di Stoa nel novembre 2020. L’esponente del Pasok avrebbe sponsorizzato anche ingressi provenienti dalla ong Elontech, l’organizzazione fondata dalla sorella della deputata, Mantalena Kaili, e specializzata in cybersicurezza e criptovalute.

Chi è Salvino Salvaggio

Il curriculum di Salvino Salvaggio, come si apprende guardando la pagina web che lui stesso pubblica, è segnato soprattutto da vent’anni di incarichi, prima manageriali e negli anni successivi accademici, in Qatar. La nomina nello Stoa è precedente a quella, degli ultimi mesi, nell’università Hamad Bin Khalifa di Doha . Dal punto di vista accademico, la formazione si ferma ad un PhD in Sociologia, in Belgio, e alcuni anni da Research Assistant (ricercatore non confermato ndr) a Liegi.

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