Manovra, i conti per la salute non tornano: spariti i fondi annunciati per la lotta ai tumori e per i pronto soccorso

Mentre l’Aiom avverte sul forte incremento di tumori in Italia e gli operatori sanitari chiedono sostegno, gli emendamenti previsti scompaiono dal testo atteso in Aula

La manovra del governo Meloni è quasi pronta per il voto in Aula alla Camera, atteso, non senza intoppi e ritardi, nelle prossime ore. La Commissione Bilancio ha preso in esame tutti gli emendamenti alla manovra, ma qualcosa nelle proposte di modifica sembra essere sfuggito. Si tratta di emendamenti annunciati dal governo e proposti dal ministero della Salute riguardanti due degli aspetti più critici e urgenti del sistema sanitario italiano: l’emergenza tumori, con l’istituzione del “Fondo per l’implementazione del Piano Oncologico nazionale 2022-2027″, e l’emergenza pronto soccorso, con l’anticipazione al 1° gennaio 2023, annunciato dallo stesso ministro della Salute Orazio Schillaci, dell’incremento di 200 milioni dell’indennità per gli operatori sanitari. Due interventi che nel testo della manovra sembrano essere scomparsi. O meglio, nessuno dei due emendamenti risulta mai depositato, non figurando né tra quelli approvati e riportati nel dossier del Servizio studi di Camera e Senato né nei resoconti ufficiali della Commissione Bilancio.


Spariti i 10 milioni per il Piano Oncologico Nazionale

Pochi giorni fa il ministro della Salute aveva annunciato l’istituzione del Fondo per l’implementazione del Piano Oncologico nazionale 2022-2027, con una dotazione pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024. L’obiettivo sarebbe stato il potenziamento delle strategie e delle azioni per la prevenzione, la diagnosi, la cura e l’assistenza al malato oncologico. A ridosso della proposta erano arrivati i dati aggiornati dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) che per il 2022 in Italia registrano un allarmante incremento delle diagnosi oncologiche. Nell’ultimo anno sono stati 390.700 i tumori individuati, 14.100 in più rispetto a due anni prima. Il più diagnosticato è il carcinoma alla mammella, seguito dal colon-retto, polmoni, prostata e vescica. Un’emergenza che ora ha bisogno di cura e soprattutto prevenzione, la stessa che nei lunghi mesi di pandemia ha subìto forti rallentamenti, con un drammatico calo dell’attività di screening. Nonostante l’allarme, la nuova manovra economica sembra non aver trovato spazio per quei 10 milioni da investire. A protestare nelle ultime ore in particolare il dem Marco Furfaro, fautore tra le altre cose della proposta sul reddito alimentare per i più poveri approvata in manovra. «Il Governo ha fatto saltare i 10 milioni di euro che il ministro Schillaci aveva annunciato di fronte al Parlamento per il Piano Oncologico Nazionale. Non ci sono. Spariti da ogni emendamento. Hanno mentito al Paese, ma soprattutto ai malati oncologici. Inaudito. Nessun emendamento è stato depositato e in legge di Bilancio non c’è un euro», ha denunciato Furfaro.


Nessuna traccia dell’emendamento sull’indennità di pronto soccorso

Nel testo passato dalla Commissione Bilancio alla Camera non ha trovato posto nemmeno l’altro annuncio fatto dal ministro della Salute Schillaci in merito ai pronto soccorso. Intervenendo in audizione presso le commissioni Affari sociali e Sanità di Camera e Senato, il ministro si era impegnato a far approvare in legge di Bilancio l’anticipo al 2023 di un finanziamento in favore degli operatori dei pronto soccorso, ora però totalmente assente dal testo in discussione nell’aula di Montecitorio. La misura in particolare prevedeva l’anticipazione, dal 2024 al 1° gennaio 2023, dell’incremento di 200 milioni dell’indennità di pronto soccorso già riconosciuta al personale della dirigenza medica e al personale del comparto sanità, dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale operante nei servizi di pronto soccorso. «Il mio impegno sarà volto ad anticiparne la decorrenza della misura in favore degli operatori sanitari del pronto soccorso al 2023 e a lavorare con le Regioni così da poter destinare non appena sarà possibile un maggior finanziamento per retribuire meglio gli operatori sanitari e rendere maggiormente attrattivo il sevizio nel Ssn», diceva allora Schillaci. Lemendamento annunciato di fatto risulta mai depositato in commissione Bilancio. Un corto circuito alimentato dalle dichiarazioni del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato che davanti la commissione Affari sociali alla Camera nella giornata di ieri 21 dicembre aveva detto: «Come è noto, è stata inserita nel ddl bilancio per il 2023 una norma finalizzata a riconoscere, per le particolari condizioni del lavoro svolto dal personale della dirigenza medica e del personale del comparto operante presso i Servizi di Pronto Soccorso, un incremento dell’indennità specifica, con un impegno di spesa di 200 milioni di euro annui già a decorrere dal 2023». Annunciando quindi un intervento di fatto inesistente nella discussione conclusasi poche ore prima in commissione Bilancio sugli emendamenti alla manovra.

Cosa è successo?

Per ora il ministero della Salute tace. Il fatto che le due proposte non siano state neanche discusse in Commissione Bilancio fa pensare che con tutta probabilità non abbiano passato nemmeno il vaglio del Mef e di quei 400 milioni di tesoretto previsti per gli emendamenti.

Gli interventi sulla sanità previsti nella Manovra

Tra le novità della prima manovra economica del governo Meloni riguardanti il sistema sanitario risultano:

  • Il potenziamento delle cure palliative che chiamerà ogni anno le Regioni a presentare un piano ad hoc, con l’obiettivo di raggiungere il 90% della popolazione che ne ha bisogno. Il monitoraggio sarà affidato ad Agenas con cadenza semestrale.
  • un Fondo per le vittime dell’amianto attraverso cui l’Inail erogherà una prestazione aumentata del +17% della rendita già prevista per tutti i pazienti a cui è stata diagnosticata una patologia asbesto-correlata. Per i casi accertati dal 1° gennaio 2021, l’Inail erogherà poi ai malati di mesotelioma, che abbiano contratto la patologia per esposizione familiare a lavoratori impegnati nella lavorazione dell’amianto, una prestazione di importo fisso pari a 15.000 dal 1° gennaio 2023. 
  • prestazione lavorativa in modalità agile per i lavoratori affetti da patologie croniche «con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità». Si potrà prevedere una diversa mansione rispetto a quella precedente e senza alcuna decurtazione della retribuzione.
  • proroga del bonus psicologo il cui contributo è stabilito nel limite massimo di 1.500 euro a persona. Nel 2023 la quota messa a disposizione si dimezza rispetto all’anno in corso scendendo da 10 a 5 milioni.

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