Fidanzati siciliani morti in Inghilterra a colpi di martello: i corpi trovati grazie al padre del sospettato in stato di fermo

Il presunto omicida, fermato poco dopo, avrebbe problemi psichici e, probabilmente dopo una lite, avrebbe assassinato Nino Calabrò e Francesca Di Dio nella casa di Thornaby-on-Tees

Sarebbe stato il padre del ragazzo fermato per l’omicidio dei due fidanzati siciliani uccisi mercoledì 21 dicembre in un casa a Thornaby-on-Tees in Inghilterra, a far trovare agli investigatori i corpi delle vittime. L’uomo, un palermitano, avrebbe provato a chiamare il figlio, coinquilino di Nino Calabrò – il giovane della provincia di Messina, ucciso insieme alla compagna Francesca Di Dio –  senza, però, ricevere risposta. A quel punto, come riporta Ansa, sarebbe andato a cercarlo proprio nella casa che condivideva con Nino. Una volta entrato avrebbe trovato i corpi delle vittime. Terrorizzato, non avendo contatti nel Regno Unito, ha chiamato un amico poliziotto della questura di Milano che ha allertato immediatamente i colleghi della seconda divisione Interpol del Servizio Cooperazione internazionale di Polizia, intervenuti sul posto insieme ai colleghi inglesi. Il presunto omicida, fermato poco dopo, avrebbe problemi psichici e, probabilmente dopo una lite, avrebbe assassinato il coinquilino e la fidanzata con un martello.


Deposti mazzi di fiori davanti alla casa di Thornaby-on-Tees

Mazzi di fiori sono stati lasciati davanti alla casa di Thornaby-on-Tees, in Inghilterra, dove i due fidanzati siciliani, Francesca Di Dio e Nino Calabrò, sono stati uccisi. A riferirlo è il sito di notizie locali Teesside Live. Nel frattempo, l’abitazione del ragazzo risulta ancora transennata dagli agenti di polizia che cercano di ricostruire la dinamica della vicenda. Sconvolti i vicini dei due ragazzi della provincia di Messina. «Quanto è successo è davvero terribile», ha detto una donna al sito inglese. «Nessuno in strada li conosceva davvero. Ma non davano fastidio a nessuno», conclude. Il 7 dicembre scorso, nel loro ultimo post su Facebook, facevano un occhiolino verso l’obiettivo dello smartphone. Il ragazzo, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, si era trasferito nel Regno Unito dove lavorava come croupier al Grosvenor G Casinò. Mentre la giovane – che viveva a Montagnareale, in provincia di Messina – era andata a trovarlo, come faceva spesso. Stavano insieme da più di tre anni, dal 27 settembre 2019. I loro corpi senza vita sono stati ritrovati mercoledì 21 dicembre. La polizia indaga per omicidio. In un primo momento aveva sospettato un cittadino iraniano. Ora è in stato di fermo un ex coinquilino di Calabrò. Si tratta di un ragazzo originario di Palermo che soffrirebbe di psicosi. E che per ucciderli avrebbe usato un martello.


L’omicidio di Francesca di Dio e Nino Calabrò

La polizia ha fatto sapere che il fermato è sospettato di omicidio. Resta al momento detenuto in custodia cautelare. Ma l’ispettore capo Peter Carr ha anche lanciato un appello «a chiunque si sia trovato a passare davanti all’abitazione in Thornaby Road tra le 10 e le 11 di mercoledì». È mistero fitto sull’eventuale movente. Calabrò, figlio di un sottufficiale della Guardia di Finanza di stanza a Milazzo, si era diplomato all’istituto industriale. Poco dopo aveva trovato lavoro in una pizzeria. Poi aveva superato un corso di croupier a Catania, che gli aveva dato la possibilità di trovare un impiego sulle navi da crociera. Tre anni fa gli era capitata l’opportunità di un posto al Grosvenor Casino di Stockton-on-Tees, una città di 80 mila abitanti a nordovest di Thornaby nello Yorkshire. Francesca, che aveva lasciato gli studi all’Istituto d’arte, era andata a trovarlo per le vacanze natalizie. Non era la prima volta: alcuni mesi fa era volata in Inghilterra e aveva trovato un lavoro stagionale in un ristorante.

Foto copertina: Teesside Live | Mazzi di fiori davanti alla casa di Nino Calabrò

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