Senato imbrattato, il comunicato di Ultima generazione: «Contro di noi abuso per intimorirci»

«Il vero crimine è quello che sta perpetrando questo governo». La condanna della classe politica? «Patetico profluvio di deliri complottisti»

Tre attivisti arrestati e due denunciati per danneggiamento aggravato: è questo il bilancio del gesto dimostrativo che Ultima Generazione ha messo in scena, la mattina del 2 gennaio, a Roma. L’associazione, che si occupa di «disobbedienza civile nonviolenta contro il collasso eco-climatico», ha organizzato l’imbrattamento di Palazzo Madama, coprendo di vernice parte della facciata, alcune finestre e un portone del monumento, sede del Senato italiano. Dopo la condanna quasi unanime della politica e le misure adoperate dai carabinieri, il gruppo di attivisti ha pubblicato un comunicato di protesta: «Ci troviamo di fronte all’ennesimo abuso, a un’azione volta a intimorire e criminalizzare chi sta cercando di portare l’attenzione sul vero crimine che questo governo sta perpetrando. Noi continueremo ad opporci. Questa mattina il palazzo del Senato è stato imbrattato di vernice arancione lavabile da alcuni cittadini che aderiscono alle richieste di Ultima Generazione per l’abbandono dei combustibili fossili, che il governo e la classe politica che lo sostiene continuano a finanziare e incentivare, accelerando il collasso eco-climatico e condannando i loro stessi concittadini a sofferenze e morte», hanno spiegato gli attivisti.


«Sapevano benissimo che a quell’ora di lunedì non avrebbero trovato nessun politico e non avevano intenzione di attaccare nessuno. Eppure per tutto il giorno si è assistito a un patetico profluvio di dichiarazioni di condanna e di deliri complottisti da parte di chi dovrebbe dedicarsi a mettere in salvo il Paese e il suo popolo, invece che preoccuparsi per se stesso. Le cinque persone accusate dell’imbrattamento sono rimaste sul posto in attesa dell’intervento delle forze dell’ordine – hanno aggiunto -, nel pieno rispetto dei principi della non violenza, e sono state portate in questura per l’identificazione. Alle 16, un familiare di una di loro è stato avvertito telefonicamente da un funzionario di polizia che si era proceduto all’arresto di tre di loro e che domani mattina – 3 gennaio – è prevista l’udienza di convalida. L’avvocata, nominata alle 16, è stata contattata dalla questura – e hanno concluso -. Continueremo a opporci e ad agire perché non c’è altro che possiamo fare e perché non c’è più tempo da perdere».


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