Meta, altra stangata dall’Ue per il colosso di Zuckerberg: multa di 390 milioni per la privacy della pubblicità personalizzata. Cosa rischia ora il colosso

È la terza sanzione in pochi mesi per il colosso americano che ora dovrà rimediare e adeguarsi alle regole europee per la tutela di privacy per l’uso dei dati per la pubblicità. Un business che solo nel 2021 valeva 118 miliardi per il bilancio del gigante dei social

Altra stangata dall’Europa per il colosso Meta, multato ancora una volta dall’autorità irlandese per la protezione dei dati, principale regolatore in materia nell’Ue, per un totale di 390 milioni di euro. L’accusa per il gruppo di Mark Zuckerberg è di aver violato le regole europee sugli obblighi in materia di trasparenza, oltre a usare una base giuridica errata «per il trattamento dei dati personali a fini pubblicitari» sui social Facebook e Instagram. Lo scorso settembre, la stessa autorità di Dublino aveva comminato una multa di 405 milioni di euro a Meta per la violazione delle regole europee sul trattamento dei dati relativi ai minori. Il colosso di Zuckerberg aveva ricevuto poi un altra sanzione lo scorso novembre di 265 milioni per il mancato rispetto delle norme europee sulla tutela dei dati individuali degli utenti.


La violazione del Gdpr

La decisione dell’autorità irlandese rischia di costringere Meta a rimediare con costose modifiche alle sue attività basate sulla pubblicità nell’Unione europea, tra i suoi principali mercati, come ricorda il New York Times. Con le modifiche in materia di tutela della privacy nell’Ue nel 2018, società come Facebook sono state costrette a fare i conti con pesanti limitazioni nella raccolta delle informazioni sugli utenti, senza il loro consenso. Nel caso specifico di Facebook, l’autorità irlandese ha punito il modo in cui Meta riceva l’autorizzazione legale dagli utenti per raccogliere i dati per la pubblicità personalizzata, scelta che avviene al momento della registrazione quando si devono accettare il lunghissimo testo con i termini di contratto di servizio, che se rifiutati non permettono l’accesso ai social. Secondo l’autorità irlandese, l’inserimento del consenso legale in quel testo lunghissimo costringe di fatto gli utenti ad accettare i termini per gli annunci pubblicitari personalizzati, violando quindi il Gdpr, il regolamento generale sulla protezione dei dati. Circostanza contestata da Meta, che attraverso un suo portavoce spiega come proprio nel rispetto del Gdpr il consenso al trattamento dei dati non viene imposto, avvalendosi di un meccanismo già in uso da parte di altre società simili. Da Meta smentiscono poi che «gli annunci personalizzati non possano più essere offerti da Meta in tutta Europa a meno che non sia stato prima richiesto il consenso di ciascun utente», ricostruzione che la società definisce «non corretta».


Cosa rischia Meta

La sentenza non specifica come Meta debba adeguarsi ora alle leggi europee, ma non è escluso, spiega il New York Times, che venga inserita un’opzione per gli utenti che così potranno decidere di volta in volta se desiderano o meno che i propri dati siano utilizzati per promozioni mirate. D’altra parte gli utenti potrebbero impedire l’inserimento di pubblicità nel proprio feed, sia su Facebook che Instagram, eliminando così uno spazio prezioso per gli inserzionisti. Un rischio per Meta, che in questo modo potrebbe veder ridurre gli introiti di una delle sue attività più redditizie, che solo nel 2021 ha portato nelle casse del colosso circa 118 miliardi di dollari. Sul da farsi, il portavoce di Meta ha poi chiarito: «Stiamo valutando diverse opzioni che ci consentiranno di continuare a offrire un servizio completamente personalizzato ai nostri utenti». Da Meta ribadiscono poi che la decisione dell’autorità irlandese non impedisce che le pubblicità possano continuare a essere personalizzate, perché quelle prese da Dublino «riguardano solo la base giuridica che Meta utilizza per offrire determinate pubblicità. Gli inserzionisti – continua il portavoce di Meta – possono continuare a utilizzare le nostre piattaforme per raggiungere i propri potenziali clienti e far crescere la propria attività creando nuovi mercati».

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