Iran, impiccati altri due manifestanti. L’avvocato: «Non concesso nemmeno l’addio alla famiglia»

Mohammad Mahdi Karami e Seyyed Mohammad Hosseini sono stati ritenuti colpevoli dell’uccisione di un paramilitare affiliato al regime

Ancora due pene capitali, ancora due giovani. Il regime iraniano ha condannato a morte e ucciso due uomini ritenuti colpevoli di aver ucciso un membro dei paramilitari affiliati al governo. I due erano stati arrestati dopo un moto di proteste nato lo scorso 3 novembre a Karaj, a ovest di Teheran, quando i paramilitari Basij della Guardia Rivoluzionaria Iraniana erano intervenuti per sedarla. «Mohammad Mahdi Karami e Seyyed Mohammad Hosseini, i principali responsabili del crimine che ha portato al martirio di Ruhollah Ajamian, sono stati impiccati questa mattina», si legge nella nota ufficiale diffusa oggi. Secondo il regime iraniano, il paramilitare ventisettenne sarebbe stato ucciso dai due, assieme ad altre persone, dopo essere stato spogliato completamente. Il giorno dell’uccisione Karami e Hosseini stavano manifestando per ricordare Hadis Najafi, altra ragazza uccisa dalla polizia iraniana nel corso dei moti. Ma non solo. Ali Khamenei ha nominato l’ex Pasdaran Ahmadreza Radan nuovo capo delle forze di polizia,che va a sostituire Hossein Ashtari. Probabilmente la Guida suprema non ha gradito come è stata portata avanti la gestione delle proteste e ha imposto una svolta che sembra essere ancora più repressiva. Radan infatti è un ex membro delle Guardie Rivoluzionarie, già vice capo della polizia e coinvolto nella violenta repressione del Movimento Verde del 2009. Ha anche fatto parte della Polizia morale. Gli Usa lo considerano responsabile di gravi violazioni dei diritti umani.


A processo senza vedere le prove

Secondo quanto riporta Iran International, che cita l’avvocato di Karami, al ragazzo non sarebbe stato consentito nemmeno di vedere la sua famiglia per l’ultima volta prima dell’esecuzione. Ai due condannati, inoltre, non sarebbe stata concessa la possibilità di scegliere i propri avvocati, né quella di vedere le prove che secondo il regime li incastravano. Si tratta della terza esecuzione ufficiale dall’inizio delle proteste nate a settembre in seguito alla morte di Mahsa Amini uccisa dalla polizia per non aver indossato il velo nella maniera considerata corretta. Tuttavia, gli attivisti citati da Abc News parlano di almeno 16 esecuzioni segrete. I morti negli scontri sarebbero 517, mentre gli arrestati sarebbero quasi 20 mila.


La condanna dell’Europa

L’Ue è scioccata per l’esecuzione dei due giovani manifestanti, scrive in un duro comunicato il Servizio europeo per l’azione esterna, l’organo di Bruxelles che sostiene l’azione dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri, «è l’ennesimo segno della violenta repressione delle manifestazioni civili da parte delle autorità iraniane». Anche la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola è intervenuta per condannare le esecuzioni: «Oggi ho chiesto una reazione più forte a livello europeo e mondiale contro il regime iraniano. Un regime che giustizia i cittadini che chiedono il rispetto delle donne, della vita e della libertà. Un regime che fornisce droni usati per uccidere gli ucraini. Un regime che il mondo deve ritenere responsabile».

Foto di copertina: Iran International

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