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L’accusa dell’ambasciata russa a Roma: «Disinnescate mine italiane: quanti di questi souvenir rimarranno in Ucraina?»

Mosca ha annunciato: «Abbiamo liberato Bakhmut», nell’Ucraina orientale. Zelensky smentisce: «Resistiamo nonostante tutto»

L’ambasciata russa a Roma attacca su Facebook l’Italia, postando una foto accompagnata dalla didascalia: «Queste mine di fabbricazione italiana TS/6.1, ТS50 е TS/2,4 (MATS/2) sono state disinnescate da genieri russi sul territorio ucraino ed esposte nell’estate del 2022 in una mostra di armi catturate nel parco «Patriot» di Mosca». Il messaggio si conclude con una domanda provocatoria: «Quanti di questi “souvenirs dl’Italie” rimangono ancora in terra ucraina? Le persone ne soffriranno per molto tempo a venire…».


Scontri a Bakhmut, tra rivendicazioni e smentite

Nel frattempo proseguono i combattimenti nell’Ucraina orientale. Le forze russe sostengono di aver «liberato» l’insediamento di Bakhmut, mentre la parte ucraina rivendica la propria resistenza, nonostante le difficoltà. La prima tesi è stata diffusa dal Quartier Generale della Difesa Territoriale dell’autoproclamata repubblica di Donetsk, citato da Tass. L’area è stata teatro di feroci combattimenti negli ultimi cinque mesi. A scontrarsi, in particolare, sono stati i mercenari del gruppo Wagner, fondato da Evgeny Prigozhin (alleato del presidente russo Vladimir Putin) e le difese ucraine. Il comandante del battaglione Libertà della Guardia nazionale ucraina Yevgeny Oropai ha confermato che nella notte si sarebbero susseguiti diversi attacchi della fanteria del Cremlino: «I russi stanno cercando di attaccare in maniera massiccia», ha affermato ai microfoni delle televisioni ucraine. Mentre il leader di Kiev Volodymyr Zelensky ha elogiato la resistenza di Bakhmut, «nonostante tutto».


Nel suo discorso notturno il presidente ucraino ha dichiarato che le forze del suo Paese stanno respingendo i continui attacchi alla città e mantenendo le loro posizioni nella vicina Soledar, in condizioni molto difficili. Una tensione confermata dal portavoce del Gruppo delle forze orientali dell’esercito di Kiev Sergiy Cherevaty, che ha parlato delle difficoltà riscontrate nell’area della città di Soledar, Donetsk. Come riporta il Guardian, l’esercito del Paese invaso ha dichiarato: «Il nemico ha fatto un nuovo disperato tentativo di assaltare la città di Soledar da diverse direzioni e ha buttato sul campo di battaglia le unità più professionali dei wagneriti». Per stabilizzare la situazione, il comando ucraino ha inviato forze e mezzi aggiuntivi.

I dubbi sui numeri di Kramatorsk

Versioni discordanti sui combattimenti nell’Ucraina orientale sono state date, nelle ultime ore, anche riguardo ciò che sarebbe avvenuto a Kramatorsk. Il portavoce del ministero della Difesa russo, tenente generale Igor Konashenkov, ieri aveva infatti parlato di oltre «600 militari ucraini» uccisi dalle forze armate russe in un «massiccio attacco missilistico» su «basi temporanee». Ma Serhii Cherevatyi, un portavoce delle forze armate di Kiev nel settore orientale, aveva liquidato come «sciocchezze» le rivendicazioni dei russi in merito al numero delle vittime. E alcuni dubbi in merito alle cifre erano insorti anche in alcuni giornalisti militari russi, che avevano espresso i loro dubbi su Telegram. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, tuttavia, ha prevedibilmente avvalorato la versione di Konashenkov, affermando di fidarsi delle informazioni diffuse dal Ministero della Difesa. Peskov si è espresso anche in merito alle forniture militari che l’Occidente ha promesso negli ultimi giorni all’Ucraina, dichiarando che offrire armi al Paese ucraino avrà come unico effetto quello di «prolungare le sofferenze» degli ucraini, ma non cambierà gli equilibri di potere. Il portavoce di Mosca ha infine smentito la tesi secondo cui il suo Paese starebbe preparando una nuova mobilitazione parziale. «Tutto su questo argomento è stato detto molte volte. Non è necessario attribuire tanta importanza a quello che affermano i canali Telegram in generale», è stato il suo lapidario commento.

Foto copertina: Pagina Facebook dell’Ambasciata della Federazione russa in Italia

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