Iran, Charlie Hebdo torna alla carica con nuove vignette dissacranti sui mullah. L’ira di Teheran: «Pagheranno con la morte»

La rivista satirica parigina non lascia ma raddoppia e mette di nuovo in copertina i religiosi iraniani alle prese faticose con il corpo femminile

«I mullah non capiscono decisamente nulla di donne». Charlie Hebdo, il settimanale satirico francese, non lascia ma raddoppia, e torna alla carica – col suo stile dissacrante – contro il regime iraniano, da mesi sotto pressione per le proteste di piazza dopo la morte della giovane Mahsa Amini. Nel nuovo numero in edicola in Francia da domani, 11 gennaio, Charlie mette di nuovo in prima pagina i mullah iraniani, sotto al titolo irriverente citato, nell’atto di uscire a fatica dalla vulva di una donna dai capelli blu che se la ride di gusto. «C’abbiamo messo una settimana a trovare l’uscita», sospira nella vignetta l’ultimo dei quattro mini-mullah a rivedere la luce fuori dall’utero femminile. Nel tweet di lancio del nuovo numero, Charlie rincara la dose preannunciando, tra i contenuti dell’edizione, un ricco pacchetto di «mullah caricaturati loro malgrado».


Ira funesta

Immediata la reazione delle autorità di Teheran all’annuncio del nuovo numero. «I musulmani prima o poi si vendicheranno dei responsabili di Charlie Hebdo per aver pubblicato vignette che prendono in giro il leader Ali Khamenei,», ha detto il comandante delle Guardie rivoluzionarie Hossein Salami, aggiungendo minaccioso: «Puoi arrestare i vendicatori ma non puoi resuscitare i morti». Quindi la minaccia ancor più esplicita: «Questi individui francesi pensino al destino di Salman Rushdie». L’autore dei ‘Versetti satanici’, contro il quale il defunto leader iraniano Ruhollah Khomeini emise nel 1989 una Fatwa per aver insultato il profeta Maometto, ha vissuto da allora sotto scorta, e lo scorso agosto è stato accoltellato e gravemente ferito a New York. 


Scontro frontale

Il nuovo numero di Charlie Hebdo, atteso mercoledì, arriva a una settimana esatta dalla pubblicazione di quello speciale contenente decine di vignette satiriche sui mullah, che avevano provocato l’ira del regime di Teheran. Nell’editoriale di presentazione, il direttore Laurent Sourisseau alias Riss aveva spiegato come l’edizione fosse un omaggio esplicito alla memoria di Charb, Cabu, Bernard Maris, Wolinski, Tignous, Mustapha Ourrad, Honoré ed Elsa Cayat, i 12 vignettisti del giornale uccisi nell’attentato del 7 gennaio del 2015, per la “colpa” di aver ideato vignette satiriche ritraenti il profeta dell’Islam Maometto. ma l’iniziativa non era andata giù, prevedibilmente, alle autorità di Teheran, con il ministro degli esteri Hossein Amirabdollahian che si era scagliato direttamente contro il governo francese, reo a suo dire di aver «oltrepassato i limiti». «Di recente abbiamo imposto sanzioni a Charlie Hebdo. A questa mossa insultante e maleducata del periodico francese risponderemo in modo deciso ed efficace», aveva annunciato il ministro. Una minaccia che non ha spaventato, evidentemente, la rivista parigina.

Il concorso di vignette

Lo scorso 8 dicembre, Charlie Hebdo aveva lanciato un concorso di caricature sulla Guida Suprema dell’Iran, ovvero la figura politica e religiosa più importante del Paese. «Disegnatori e vignettisti devono sostenere le persone iraniane che lottano per la propria libertà, ridicolizzando questo leader religioso di un’altra epoca, e rispedendolo nella pattumiera della storia», recitava il testo del concorso, intitolato #MullahsGetOut (Mullah andatevene). Oltre a migliaia di minacce, ha spiegato il direttore, sono arrivate in redazione a Parigi circa 300 vignette, provenienti soprattutto da iraniani rifugiati all’estero per scappare dal regime. Di queste, la rivista ne ha selezionate 35, e le «più originali e più efficaci» sono state pubblicate nel numero speciale uscito la scorsa settimana. In alcune delle vignette – contestate da Teheran – il leader supremo viene lapidato da alcune donne. Altre ritraggono Khamenei mentre annega in un lago di sangue mentre prova a salvarsi aggrappandosi a un cappio. In un’altra vignetta, l’ayatollah viene disegnato con una vagina intorno al volto o mentre indossa un turbante con una miccia accesa.

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