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Tetto in autostrada, multe e trasparenza sui prezzi: cosa c’è nel decreto benzina e perché manca lo sconto sulle accise

11 Gennaio 2023 - 05:30 Redazione
decreto benzina diesel tetto prezzi
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Le misure del Cdm per il controllo dei costi del carburante. Il nervosismo di Meloni e la promessa di Lollobrigida

Tagliare le accise su benzina e diesel sarebbe stato «troppo costoso». Anche perché i soldi «servono per la crescita». Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida spiega perché il decreto del governo sul carburante non contiene misure di aiuti concreti agli automobilisti. Ma introduce una serie di misure per il monitoraggio dei prezzi. Tra cui l’obbligo di esporre il prezzo alla pompa. Ma anche, per i gestori delle autostrade, l’esposizione di cartelli con il prezzo medio nazionale stabilito dal ministero dell’Ambiente. Con un decreto ministeriale sarà invece introdotto un tetto massimo al prezzo praticabile in autostrada. E arriva anche la detassabilità dei buoni benzina fino a 200 euro. Ma la maggioranza non sembra entusiasta delle scelte del governo. Forza Italia e Lega chiedono di più.

Emergenza carburanti

Il governo ha quindi deciso che nel periodo gennaio-marzo 2023 il valore dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti – nel limite di 200 euro per lavoratore – non concorrerà alla formazione del reddito da lavoro dipendente. Le altre norme in sintesi sono queste:

  • l’obbligo di comunicare il prezzo praticato per gli esercenti dell’attività di vendita al pubblico di carburante per autotrazione per uso civile diventa quotidiano. Il ministero delle imprese calcola e pubblica il prezzo medio giornaliero nazionale. Il prezzo dovrà essere esposto, con specifica evidenza, da parte degli esercenti insieme al prezzo da essi praticato;
  • se incorre in violazione degli obblighi l’esercente va incontro a sanzioni dal prefetto. In caso di recidiva, la sanzione può giungere alla sospensione dell’attività per un periodo da sette novanta giorni;
  • si rafforzano i collegamenti tra il Garante prezzi e l’Antitrust, per sorvegliare e reprimere sul nascere condotte speculative.

Infine, la Guardia di Finanza collaborerà con il Garante sulle indagini riguardo i prezzi. E si istituisce una Commissione di Allerta Rapida per la sorveglianza dei prezzi. Che analizzerà le ragioni di eventuali aumenti e fornirà soluzioni di intervento.

Il nervosismo di Meloni

Nei retroscena sul consiglio dei ministri che ha varato il decreto si descrive la premier Giorgia Meloni come preoccupata e nervosa. Soprattutto per il pressing degli alleati, che fino all’ultimo hanno chiesto di ripristinare gli sconti sulle accise non confermati dall’ultima Legge di Bilancio. «E poi ho letto cose non vere. Dobbiamo portare avanti una comunicazione corretta con i cittadini, mi dovete aiutare a farlo. Spiegare come si compone il prezzo dei carburanti, chiarire che il prezzo è comunque inferiore a quello della primavera 2022 e che c’è chi prova ad approfittarsene con la speculazione», ha detto la premier secondo Repubblica.

«Dobbiamo fare i conti con la realtà – ha sostenuto Meloni –. E la realtà ci dice che la misura costa molto, circa un miliardo al mese». Risorse che il ministero dell’Economia dice di non avere. E comunque che non intende spendere. Specialmente a pochi giorni da una scelta opposta. Ovvero «quella di sostenere in manovra le fasce più deboli con i risparmi derivati dalla reintroduzione delle accise». Nel corso della riunione si ragiona anche dei meccanismi sanzionatori verso i titolari di distributori che non esporranno i prezzi medi. Ma secondo la premier «sono i cittadini che potranno decidere di non servirsi da chi evidentemente specula».

Lollobrigida e i consensi

Nell’intervista che rilascia oggi a La Stampa invece il ministro Lollobrigida dice di non essere preoccupato di un eventuale calo dei consensi. E parla anche del video di qualche tempo fa in cui la stessa premier chiedeva al governo di allora un taglio delle accise: «Era una battaglia giusta, che rivendichiamo. Ma ora viviamo in tempi eccezionali. Il conflitto in Ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia hanno mutato il quadro. E questa congiuntura ci obbliga a scegliere. Noi siamo un paese con un debito altissimo». Per questo adesso «bisogna fare delle scelte. Ora che i carburanti sono tornati a prezzi più contenuti, le poche risorse che abbiamo vanno usate per interventi più mirati. Lo sconto sulle accise è molto costoso. Ora è tempo di investire sulla crescita».

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