«Ha scagliato 40 piccioni contro un’auto» per girare il film a Firenze. Il regista Michael Bay verso il processo

Secondo i pm fiorentini, il regista di “Transformers” avrebbe trattato i piccioni con «crudeltà» sul set di “6 Undergorund”

Il regista Michael Bay è finito al centro di un caso legale per via del suo film per Netflix girato a Firenze: 6 Underground. Secondo l’accusa, il regista di Transformers avrebbe fatto scagliare per numerose volte diverse decine di piccioni contro un’auto di scena per girare una sequenza in cui il conducente perde la visibilità a causa degli animali. Bay è accusato di maltrattamento di animali e di aver causato la morte di uno di loro, anche se in un contesto diverso. Assieme a quello del regista dovrà essere stabilito con chiarezza il ruolo avuto da alcuni suoi collaboratori: Edoardo Martino, socio dello zoo che ha fornito i volatili; Costei Padurariu, dipendente di Bay; e Giancarlo Alpini, colombofilo. Tutti potrebbero aver messo a repentaglio l’incolumità e il benessere dei volatili, che in Italia sono una specie protetta. Tutto è partito dalla denuncia di un agente della polizia municipale, che dalla finestra del suo ufficio aveva una vista privilegiata sul set di 6 Underground, ambientato tra Toscana e Lazio con numerose scene nel centro di Firenze.


Le scena e i piccioni

I fatti risalgono ad agosto 2018. La scena prevedeva che un’auto sportiva sfrecciasse a tutta velocità per le vie di Firenze. A un certo punto, per ostacolare la guida del protagonista interpretato da Ryan Raynolds, circa 40 piccioni si parano volando davanti al parabrezza creando una di quelle scene d’azione concitate che sono la firma del regista. Basterebbe farli volare liberi, ma secondo l’accusa della pm fiorentina Christine Fumia Von Borries gli uccelli, che al contrario degli attori umani non possono affidarsi agli stuntmen sono stati «scagliati con violenza» contro l’auto. Gli imputati «sottoponevano in tal modo per crudeltà e senza necessità circa 40 piccioni a sevizie e comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche». Un evento che non si sarebbe verificato una sola volta, bensì «ad ogni passaggio dell’auto dato che la scena veniva ripetuta 6/7 volte» si legge nelle carte dell’accusa. C’è poi un altro evento da chiarire. Durante le riprese, infatti, sarebbe morto un piccione, non è chiaro se utilizzato per le scene o meno. L’animale stava volando quando è stato colpito da un dolly, il carrello usato per muovere la telecamere nelle produzioni cinematografiche, e – sostiene una fonte presente sul set a The Wrap – è morto nell’impatto.


Il regista: «In trent’anni di carriera mai ferito un animale»

Rimane da chiarire se e quali traumi siano stati subiti dai volatili. Tutti gli animali forniti dallo Zoo Grunwald di Anguillara Sabazia (Roma) sono vivi. Tuttavia, secondo l’accusa, riportata dal Corriere della Sera, gli uccelli «subivano un fortissimo urto contro il proprio corpo, ruotavano su se stessi, perdevano numerose penne». Per giunta, viene fatto notare, sul set non era presente un veterinario. Le accuse vengono smentite categoricamente dal legale del regista, Fabrizio Siggia. «Una produzione importante, direi monumentale, prende tutte le necessarie precauzioni in questi casi. Da convinto animalista Bay ha rispettato tutte le regole del caso», dichiara l’avvocato. Bay, in un’intervista a The Wrap ribadisce il concetto: «In trent’anni di carriera non ho mai ferito un animale». Il regista, nega anche che il piccione colpito dal dolly sia morto. Nello specifico, l’accusa ha offerto a Bay la possibilità di chiudere il caso pagando una multa. Il regista, però, ha rifiutato, sostenendo di non essere intenzionato a dichiarare la propria colpevolezza pagandola.

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