Giornataccia per i Maneskin, anche il maestro Uto Ughi durissimo: «Sono un insulto all’arte»

«Ogni genere ha diritto di esistere ma quando si fa musica, non quando si urla e basta», ha detto il celebre violinista durante la presentazione del nuovo programma di concerti a Siena

Hanno conquistato il gusto musicale e l’orecchio di mezzo mondo ma non quello del grande maestro Uto Ughi. Per il celebre violinista italiano, i Maneskin sono «un insulto alla cultura e all’arte». Parole che arrivano direttamente dal musicista nel corso della presentazione del nuovo programma di concerti avvenuta nella Sala delle Lupe del comune di Siena. Considerato uno dei massimi esponenti della scuola violinistica italiana, Ughi ha cominciato a frequentare i corsi musicali a soli dieci anni. Da lì una straordinaria carriera che lo ha portato a esibirsi con le maggiori orchestre del mondo. Del fenomeno Maneskin non ha una buona considerazione ma chiarisce: «Non ce l’ho particolarmente con loro». Per poi affondare ancora il colpo sullo stile della rock band romana: «Ogni genere ha diritto di esistere ma quando si fa musica, non quando si urla e basta». Il maestro ha poi sottolineato come «nelle scuole ci sia una grave carenza per l’istruzione musicale dei giovani», lanciando un allarme sulle «lacune spaventose» che attualmente emergono nella preparazione degli studenti. Solo poche ore fa un’altra stroncatura per i Maneskin è arrivata da oltreoceano. La celebre rivista musicale The Atlantic ha ripercorso la storia del gruppo italiano sentenziando, dopo l’ascolto del loro ultimo album Rush!, che «no, il fascino della band non è affatto la musica che produce». La critica è andata avanti definendo lo stile dei quattro artisti romani «solo un timido tentativo di scioccare e provocare fastidio, in un’imitazione tutt’altro che genuina dei grandi del rock».


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