Unicusano, sequestro da 20 milioni di euro: sigilli a Rolls-Royce e Ferrari. L’ateneo: «Abbiamo applicato la normativa fiscale»

A finire nel registro degli indagati anche Stefano Bandecchi, amministratore di fatto dell’università dal 2016 al 30 giungo del 2021

«Abbiamo scrupolosamente applicato la normativa fiscale». È quanto scrive in una nota l’Università telematica privata “Niccolò Cusano” dopo il sequestro di beni per circa 20 milioni di euro effettuato ieri, giovedì 19 gennaio, dalla Guardia di finanza nell’ambito di un’indagine della Procura di Roma che ipotizza reati fiscali. A finire nel registro degli indagati anche Stefano Bandecchi, amministratore di fatto dell’università dal 2016 al 30 giungo del 2021. «Dalla capillare attività di indagine emerge che l’UniCusano ha contabilizzato e sostenuto costi relativi a molteplici viaggi effettuati da Bandecchi – si legge nel provvedimento, pubblicato da Ansa – spesso in compagnia di familiari o di altri soggetti riconducibili a vario titolo all’Ateneo – per attività estranee a quelle istituzionali». L’atto del Gip del tribunale di Roma è stato emesso «al fine di assicurare il profitto del reato tributario contestato, a fronte di ricavi non dichiarati per oltre 80 milioni di euro». Dalle indagini è infatti emerso che l’ente universitario avrebbe abusato del regime di esenzione dalle imposte sui redditi previsto per tali contribuenti. «È stato accertato che l’Ateneo avrebbe svolto attività commerciali in misura prevalente rispetto all’attività istituzionale, investendo circa l’80% del proprio patrimonio in società commerciali attive in diversi settori, dalla compravendita immobiliare al confezionamento di generi alimentari, dal trasporto aereo charter alla gestione di centri benessere».


I sequestri

I finanzieri hanno sequestrato una Rolls Royce Phantom di proprietà dell’Ateneo e acquistata nel 2018 per un valore di 550 mila euro «con bonifici provenienti dai conti correnti intestati all’università» e di una Ferrari, acquistata invece nel 2020, per un valore di «505 mila euro con bonifici provenienti per almeno 200 mila euro dai conti correnti intestati all’Università», si legge nel decreto di sequestro. Ma non solo. La documentazione e le fatture acquisite dalla guardia di finanza «documentano la sottoscrizione» da parte dell’Ateneo di «plurimi contratti di viaggio verso località turistiche, quali St. Johns, Dubai, Grand Bahama, Nassau, Miami, Toronto, etc., nonché «il pagamento dei viaggi aerei e dei soggiorni in hotel, di servizi di aerotaxi, goduti dal Bandecchi e, in alcune occasioni, anche dalla sua famiglia e dai suoi ospiti, per finalità esclusivamente ricreative». Infine, risultato sostenuti dall’Università privata fondata nella capitale nel 2006, anche costi per il noleggio di aeromobili ed altri veicoli che consentissero all’indagato di seguire le trasferte calcistiche della Ternana Calcio da lui presieduta. Per la partita disputata tra la Pro Vercelli e la Ternana Calcio, oltre al noleggio dell’aeromobile, è stata, inoltre, noleggiata l’automobile di lusso Limousine. Tale veicolo è stato utilizzato dal Bandecchi per spostarsi dall’aeroporto di Torino allo stadio di Vercelli e ritorno». 


La nota dell’Ateneo

«Gli organi apicali dell’Ateneo, come del resto tutti i dipendenti delle strutture amministrative, hanno costantemente informato il proprio operato alla scrupolosa applicazione della normativa vigente, con particolare riguardo non solo alla legislazione universitaria ma anche, ed in particolar modo, alla normativa fiscale, contabile e della sicurezza nei luoghi di lavoro». È la difesa dell’Università “Niccolò Cusano” in riferimento al sequestro dei beni. L’ente ha, infatti, confermato che «la stesura dei bilanci – approvati dal Consiglio di Amministrazione con il parere del Collegio dei Revisori – e i conseguenti adempimenti fiscali, tra cui la redazione e presentazione delle dichiarazioni dei redditi sono sempre stati posti in essere nel pieno rispetto della richiamata normativa, delle istruzioni dell’Agenzia delle Entrate e della prassi amministrativa», si legge nella nota dell’ente. L’Unicusano, quale università non statale legalmente riconosciuta – continua il comunicato – è autorizzata a rilasciare titoli di studio universitario aventi valore legale ed ha sempre posto in essere attività di formazione universitaria esente da imposta sui redditi poiché per legge (art. 1, co.721, Legge 2019 n. 160) tale attività non è qualificabile come attività commerciale e la Unicusano non è stata costituita sotto forma di società commerciale».

E poi ancora: «le società di capitali costituite o partecipate da Unicusano sono soggetti del tutto autonomi e distinti dall’Università, rispettano la normativa contabile e fiscale, presentano regolarmente le dichiarazioni fiscali. Sono tassate quando producono reddito, che distribuiscono come utile alla Unicusano: e l’ammontare degli utili viene utilizzato dall’Università per lo svolgimento delle attività di ricerca e per il raggiungimento degli altri scopi istituzionali». In riferimento a tutta la vicenda, l’Università fa inoltre sapere che provvederà a tutelare i diritti dei «soggetti lesi da quegli organi di stampa e radiotelevisivi che hanno dato notizia del provvedimento senza un minimo approfondimento della realtà giuridica e fattuale e senza alcun rispetto per la riservatezza dei singoli e per l’immagine di alto profilo dell’Ateneo». 

Foto copertina: ANSA/UNICUSANO | Università degli Studi “Niccolò Cusano”

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