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Roma, il padre del neonato morto soffocato dalla madre accusa l’ospedale Pertini: «Lei lasciata sola per ore, ignorata dopo il parto»

23 Gennaio 2023 - 06:52 Redazione
ospedale pertini roma neonato morto madre
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La donna si sarebbe addormentata. Il bambino è deceduto per soffocamento. L'inchiesta della procura

Il 7 gennaio scorso all’ospedale Pertini di Roma un neonato di tre giorni è morto mentre la madre lo stava allattando. La donna, italiana di 30 anni, si sarebbe addormentata e il bambino è deceduto per soffocamento. La procura ha aperto un fascicolo d’indagine per omicidio colposo. La polizia ha sequestrato la cartella clinica. Il personale in servizio è stato identificato. Si attende l’esito degli esami istologici. E si cerca di capire perché il bebé sia rimasto nel letto della puerpera senza che nessuno se ne accorgesse. Ma il padre oggi in un’intervista al Messaggero accusa: «Abbiamo letto sul web i commenti di tante donne che hanno lamentato di essere state lasciate sole dopo aver partorito al Pertini. Tutte stremate dal parto. E tutte impossibilitate a prendersi cura come si dovrebbe di un neonato».

17 ore di travaglio

L’uomo racconta che alla madre si erano rotte le acque alle 4 della notte. Poi ha trascorso 17 ore di travaglio prima di partorire. «Era sfinita. Ma le hanno subito portato il piccolo per l’allattamento. E hanno anche preteso che gli cambiasse il pannolino da sola. Ma lei non si reggeva in piedi». La donna avrebbe chiesto di portare il piccolo al nido per qualche ora per riposare un po’. Ma la risposta era sempre “no, non si può”. «Quando ha scoperto tutto mi ha chiamato al telefono. Ma quando sono arrivato non c’era più nulla da fare», ricorda. La mamma non si è accorta che il bimbo stava male: «Non l’hanno nemmeno svegliata. Non sappiamo bene chi se ne sia accorto. All’1,40 di notte è stato dichiarato il decesso». Ora la famiglia si affiderà a un legale. «Molte donne sono lasciate sole nei reparti. Anche a causa delle restrizioni anti-Covid. Che impediscono ai familiari di aiutare le neo-mamme. I protocolli andrebbero rivisti. Se non è capitato ad altri è solo perché sono stati fortunati».

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