Sette anni dal rapimento di Regeni, Tajani: «Da Egitto impegno a eliminare ostacoli». Il Pd: «Il governo fa torto al dolore della famiglia»

Question time alla Camera con il ministro degli Esteri e vicepremier che, la scorsa domenica, è stato ricevuto da al-Sisi

«Voglio confermare la mia vicinanza e quella del governo alla famiglia Regeni che ha il diritto che si faccia luce su quello che è accaduto e ha diritto che i responsabili di quel orribile delitto vengano puniti». Esordisce così, Antonio Tajani, durante le interrogazioni a risposta immediata a Montecitorio. Il question time del ministro degli Esteri è tutto incentrato sul caso del ricercatore italiano, rapito esattamente sette anni fa in Egitto, per poi essere torturato e ucciso, e sul caso di Patrick Zaki. «Siamo convinti che con il Cairo sia opportuno mantenere comunicazioni e collaborazioni come fanno tutti i nostri principali alleati. Ma questa considerazione non farà venir meno l’impegno di tutto il governo nel continuare ad esigere la verità – ha aggiunto Tajani -. Il presidente al-Sisi ha assicurato che l’Egitto farà di tutto per eliminare gli ostacoli che rimangono e che rendono difficile il dialogo con l’Italia».


Nella risposta alle interrogazioni del centrosinistra, il vicepremier e titolare della Farnesina dice anche di aver «intravisto una disponibilità diversa da parte degli egiziani rispetto al passato – sul caso Regeni -anche se il processo in Italia attraversa una fase di stallo». Tajani rimarca la necessità di «non disperdere i risultati raggiunti dalla magistratura e dagli investigatori italiani sostenuti da pressioni a livello diplomatico che hanno permesso di chiudere le indagini preliminari – e conclude -. Siamo aperti al dialogo perché fare altrimenti vorrebbe dire abbandonare Regeni e la nostra richiesta di verità. Non c’è giustizia senza verità. Continueremo a fare pressioni con il governo anche con il contributo prezioso del ministro della Giustizia – Carlo Nordio – che valuterà attentamente l’efficacia di tutte le vie percorribili al fine del raggiungimento della verità».


Insoddisfatte le opposizioni. «Non ci stancheremo di lottare, mentre il governo italiano si fa sbeffeggiare dall’Egitto», afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. La deputata del Partito democratico, Lia Quartapelle, intervenendo in Aula fa notare che «se il governo accetta l’ennesima offerta di collaborazione che non porta a niente da parte dell’Egitto dimostra di non voler veramente difendere la verità e la giustizia per Giulio Regeni e fa torto alla sua memoria e al dolore della sua famiglia». Oggi, 25 gennaio, a sette anni dal rapimento del ricercatore italiano, il gruppo parlamentare del Pd, su proposta della deputata Rachele Scarpa, ha indossato un braccialetto giallo: «Perché la politica deve continuare con ogni sforzo la battaglia per avere giustizia da parte delle autorità egiziane che, ricordo, continuano vergognosamente a non collaborare con gli inquirenti italiani, nascondendosi dietro dichiarazioni e impegni sistematicamente traditi nel corso degli anni».

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