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L’inviata di Striscia la notizia aggredita nel paese di Matteo Messina Denaro

27 Gennaio 2023 - 05:25 Redazione
striscia la notizia stefania petyx aggredita campobello di mazara matteo messina denaro
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Stefania Petyx presa a spintoni insieme al cameraman da un uomo che poi ha provato a investirla con lo scooter

L’inviata di Striscia la notizia a Campobello di Mazara Stefania Petyx è stata aggredita insieme alla troupe del tg satirico. Petyx, che si trova nel paese dell’arresto di Matteo Messina Denaro per chiedere un selfie contro la mafia, è stata presa a spintoni insieme al cameraman da una persona che poi avrebbe provato a investirla con uno scooter elettrico. Il tutto, fa sapere la stampa di Castelvetrano, è accaduto in via Garibaldi. L’inviata palermitana stava chiedendo ai passanti cosa pensassero dell’arresto dell’ultimo dei Corleonesi quando un uomo è andato in escandescenza. Il tg satirico ha pubblicato sul suo sito le prime immagini dell’aggressione. Secondo TP24 l’aggressione è stata un gesto isolato. Nei giorni scorsi la giornalista aveva pubblicato una serie di reportage da Campobello. Striscia manderà in onda l’intero servizio stasera.

Nei giorni scorsi il tg satirico ha anche dato voce all’ex dirigente di polizia Antonio del Greco. Il quale ha sostenuto che un rapporto da lui stilato 11 anni fa sul boss era stato ignorato: «Nel 2012 sono entrato in contatto con una fonte che sosteneva di avere informazioni su Messina Denaro. A mio modo di vedere quelle informazioni erano molto verosimili. Tra le altre cose, la fonte rivelò che alcuni agenti di polizia impiegati nella ricerca del boss di Cosa Nostra soggiornavano, a loro insaputa, in alberghi la cui proprietà era riconducibile al boss di Castelvetrano. Che in quelle occasioni, annusando il pericolo, prendeva un motoscafo e fuggiva in Tunisia, in attesa di tornare in Sicilia».

Come ha raccontato Open, della presenza di Messina Denaro parlava anche una lettera anonima del Natale 2010. Nella quale si parlava anche dei viaggi in Tunisia: «Caro Matteo, tu che vivi nel caldo tepore dei focolari domestici mazaresi sappi che io ti vedo. Ti vedo fare la spola tra Torretta e la Tunisia con il tuo gommone a forma di pane. Ti vedo in quella farmacia di Mazara lavare via i tuoi malanni. Li vedo poi quei pizzini tuoi, volare, liberi come gabbiani, al Porto Nuovo. E vedo ancora il tuo sguardo preoccupato leggere queste parole».

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