Jet da combattimento all’Ucraina: la Germania chiude, Macron no. In Polonia 4% del Pil all’esercito

La questione «non è in gioco», fa sapere la portavoce del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Per il presidente francese, al contrario, «nulla è escluso in linea di principio»

Berlino in una direzione, Parigi (forse) in quella opposta. Traballa l’asse franco-tedesco sulle forme del sostengo militare all’Ucraina, e in particolare sui caccia, gli aerei da combattimento richiesti da Volodymyr Zelensky, insieme ai missili a lungo raggio. «È ostinato che si tenga questo dibattito che va invece condotto in maniera razionale», ha detto Olaf Scholz da Santiago del Cile. Il cancelliere tedesco era stato chiaro fin da subito: «Non ci saranno consegne di jet da combattimento a Kiev», aveva detto dopo l’annuncio dei Panzer al Paese invaso. Posizione ribadita anche dalla sua portavoce secondo la quale «non sono in gioco» i caccia da inviare a Kiev. Come riporta Dpa, oggi pomeriggio pure il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, ha messo un punto sulla vicenda: «Il cancelliere ha già detto tutto quello che ci sia da dire sulla questione». Il timore è sempre lo stesso: l’escalation nel conflitto con Mosca che considera sempre di più la Nato come parte belligerante. Punto questo su cui è d’accordo anche Parigi. Per il presidente francese, Emmanuel Macron, esistono dei «criteri» da valutare prima di prendere ogni decisione: «richiesta formulata dall’Ucraina, che non vi sia un’escalation», che «non si tocchi il suolo russo ma si aiuti lo sforzo di resistenza» e, infine, ma non meno importante, «che non si arrivi ad indebolire la capacità dell’esercito francese». Ma a queste condizioni, ha fatto sapere Macron, «nulla è escluso in linea di principio». Diversi Paesi hanno fatto pressioni sin dall’inizio dell’invasione perché si fornissero jet da combattimento a Kiev, più di tutti la Polonia, che nel tardo pomeriggio di oggi ha annunciato un massiccio aumento delle spese per la difesa. A confermarlo è stato il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki. «La guerra in Ucraina ci fa armare ancora più velocemente. Ecco perché quest’anno faremo uno sforzo senza precedenti: quattro per cento del Pil per l’esercito polacco», ha detto ai giornalisti a Varsavia. La Polonia, come riporta la Bbc, ha speso l’equivalente del 2,4% del suo Pil per l’esercito nel 2022, la terza percentuale più alta tra i paesi della Nato, secondo i dati dell’Alleanza atlantica.


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