Roma, gli anarchici rivendicano l’incendio delle auto davanti alla sede Telecom: «È solo l’inizio»

Nel messaggio condiviso sul proprio sito, il gruppo spiega di aver attaccato l’azienda perché «collabora al controllo sociale attraverso l’installazione della rete della fibra ottica, telecamere e braccialetti elettronici»

È arrivata la rivendicazione da parte di un gruppo anarchico dell’incendio di cinque auto nella sede Telecom di via Val di Lanzo a Roma. Nel messaggio, condiviso sul proprio sito, il gruppo spiega perché è stata presa di mira l’azienda di telecomunicazioni: «Tim collabora attivamente al controllo sociale attraverso l’installazione della rete della fibra ottica, telecamere e braccialetti elettronici». Dopo i disordini di Roma nel quartiere Trastevere e gli attacchi incendiari contro un ripetitore a Torino e un commissariato della capitale, continuano le azioni degli anarchici che in tutta Italia – e non solo – stanno manifestando la loro solidarietà ad Alfredo Cospito per la revoca del 41 bis. L’ultimo, in ordine cronologico, è quello di Roma, davanti alla sede Telecom di via val di Lanzo. Tre veicoli aziendali sono andati distrutti e altri due sono stati danneggiati, mentre poco distante dall’incidente sono state trovate alcune scritte contro il carcere duro. Nella loro rivendicazione, gli anarchici annunciano: «Lo stato assassino e i padroni sappiano che questo è solo l’inizio e più che una minaccia è una promessa», per poi concludere, «agire oggi, senza attendere a momenti più propizi, né scendere a compromessi, così come il potere si scaglia ogni giorno ed ogni ora contro le nostre vite, anche la rivolta dev’essere quotidiana e permanente. Affinché il fuoco della negazione divampi sempre più nelle città con un’indomabile forza per diffondere il chaos nel vostro mondo fatto di ordine e repressione». Anche a Milano, nella notte, sono state incendiate due auto della polizia locale con due molotov, e altri dispositivi simili sarebbero stati trovati dagli investigatori in un parco vicino. L’atto non è stato rivendicato e della vicenda se ne sta occupando la Digos con il pool antiterrorismo della procura, per accertare che vi sia davvero un collegamento con le azioni dimostrative degli anarchici.


Le altre indagini

In procura a Milano sono aperti altri due fascicoli di indagine. Il primo per la lettera minatoria indirizzata al procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo. Saluzzo sostiene l’accusa nel processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello all’anarchico Cospito, per il quale ha chiesto la condanna all’ergastolo e dodici mesi di isolamento. A fine dicembre, il magistrato ha ricevuto una busta con un proiettile e con la A anarchica. Il secondo fascicolo riguarda invece le frasi ingiuriose pronunciate in aula da alcuni anarchici presenti all’udienza del 19 dicembre scorso nel processo Cospito. Alcuni di loro si sono rivolti ai magistrati, urlando «fascisti», «siete degli assassini», «vergognatevi», «avete le mani sporche di sangue».


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