Ucraina, gli Usa pronti a inviare missili a lungo raggio. La denuncia di Kiev: «I russi stanno radendo al suolo Bakhmut»

Il premier israeliano Netanyahu alla Cnn si dice intanto pronto a mediare tra Russia e Ucraina “se mi verrà chiesto”

Nuovo sostegno militare a Kiev. Gli Stati Uniti starebbero preparando più di 2 miliardi di dollari di aiuti militari per l’Ucraina, che dovrebbero includere per la prima volta razzi a lungo raggio. A riferirlo è Reuters che cita funzionari statunitensi a conoscenza del dossier. L’aiuto, che dovrebbe essere annunciato già questa settimana, include inoltre attrezzature di supporto per i sistemi di difesa aerea Patriot, munizioni di precisione e armi anticarro Javellin. Una parte del pacchetto, di oltre 1 miliardo, verrà utilizzato per creare un fondo denominato Ukraine Security Assistance Initiative (USAI) che consentirà all’amministrazione Biden di ottenere armi direttamente dall’industria americana, piuttosto che dalle scorte statunitensi. I miliardi stanziati nel fondo dovrebbero essere, inoltre, utilizzati per acquistare una nuova arma: la Ground Launched Small Diameter Bomb, ovvero una bomba di piccolo diametro lanciata da sistemi missilistici terrestri. Nel frattempo, secondo il quotidiano polacco Dziennik Gazeta Prawna, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, potrebbe incontrare il leader di Kiev, Volodymyr Zelensky, in Polonia. Il capo di Stato Usa starebbe infatti organizzando un nuovo viaggio in Europa, in occasione del primo anniversario dell’invasione dell’Ucraina, il prossimo 24 febbraio. 


La reazione del Cremlino

Tempestiva la reazione di Mosca all’annuncio dei nuovi armamenti Usa. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, – citato dall’agenzia Ria Novosti – ha fatto sapere che «le nuove forniture di armi non cambieranno gli eventi» sul campo di battaglia, ma «contribuiranno solo ad aggravare l’escalation». L’orizzonte cui guarda la Russia rimane «il raggiungimento degli obiettivi» stabiliti dal presidente Vladimir Putin per l’operazione militare speciale in Ucraina.


Netanyahu: «Pronto a mediare in Ucraina»

Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, apre intanto uno spiraglio per una possibile mediazione tra Russia e Ucraina – se entrambe le parti, nonché gli Stati Uniti, glielo domandassero. «Se richiesto da tutte le parti rilevanti – ha detto in una intervista alla Cnn – certamente lo considererò ma non mi sto proponendo». Le condizioni: «tempi giusti e giuste circostanze». Il premier ha poi rivelato di essere stato contattato come mediatore a febbraio 2022, subito dopo l’invasione russa ma di aver declinato. «Ho una regola – ha detto -: un primo ministro alla volta». E sugli aiuti, finora assente, da parte di Israele all’Ucraina ha rivelato: «Li sto esaminando», ha detto, aggiungendo inoltre di «non avere problemi con gli Stati Uniti» in merito alla decisione di acquistare 250.000 proiettili di munizioni, immagazzinati in Israele, e passati all’Ucraina. «Anche Israele, francamente, agisce in modi che non elencherò qui contro la produzione di armi dell’Iran che sono usate contro l’Ucraina».

Al fronte

A quasi un anno dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, il capo dell’amministrazione militare ucraina della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, lancia l’allarme sulla situazione nella città di Bakhmut. «I russi stanno radendo al suolo Bakhmut, nell’Ucraina orientale, è una rovina totale, stanno uccidendo chiunque riescano a trovare. Stiamo documentando attentamente tutti i crimini di guerra. Saranno ritenuti responsabili di tutto», si legge nel suo messaggio Telegram. Anche a Cherson, questa mattina – 1° febbraio – si sono udite forte esplosioni: lo riportano i media nazionali. «Le esplosioni si sentono di nuovo a Cherson», scrivono sulla rete alcuni residenti. Per il ministero della Difesa britannico, Cherson rimane la grande città ucraina più costantemente bombardata al di fuori del Donbass: non è chiaro il motivo che spinge la Russia a consumare qui le sue scarse scorte di munizioni, ma è probabile che i comandanti mirino in parte a svilire il morale dei civili e scoraggiare eventuali contrattacchi di Kiev attraverso il fiume Dnipro. E’ quello che si legge nel report del ministero su Twitter. Domenica scorsa, ricordano gli esperti di Londra, le autorità locali hanno riferito di altri tre civili uccisi nella città, mentre due navi di proprietà straniera ormeggiate lungo il fiume sono state danneggiate, causando una fuoriuscita di petrolio.

Foto copertina: ANSA/OLEG PETRASYUK | La città di Bakhmut

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