‘Ndrangheta, catturato nell’aeroporto di Bali il latitante Antonio Strangio: era ricercato da 7 anni

Tradito dall’avviso «Red Notice» dell’Interpol, il 32enne è accusato di produzione e traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso

Rifugiato in Australia, individuato e arrestato al Ngurah Rai International Airport di Bali, in Indonesia. Dopo sette anni di latitanza, Antonio Strangio è stato fermato nella rinomata località turistica del sud-est asiatico. A tradirlo, l’avviso di cattura internazionale per i soggetti ricercati in tutto il mondo, il Red Notice dell’Interpol. Strangio, 32 anni, è legato alla ‘ndrina di San Luca, nota anche come Janchi: è accusato di produzione e traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso. Un’indagine del 2015 sulle attività delle cosche della ‘Ndrangheta del Vibonese e del Reggino aveva portato all’esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare. Nel 2016, però, Strangio era fuggito in Australia. Naturalizzato cittadino australiano, il ‘ndranghetista ha goduto di una protezione particolare contro l’estradizione. L’attenzione su di lui, tuttavia, non si è mai spenta. La Direzione distrettuale antimafia e i carabinieri di Reggio Calabria, insieme all’unità I-CAN, Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta, hanno monitorato i suoi movimenti fino al primo passo falso: appena uscito dall’Australia, con la collaborazione dell’Interpol Indonesia, è stato fermato e consegnato alla giustizia italiana. Il suo fermo arriva a poche ore di distanza dalla cattura dello chef della ‘ndrangheta, Edgardo Greco, preso dopo 17 anni di latitanza a Saint Etienne in Francia: deve scontare in Italia la condanna all’ergastolo per duplice omicidio. Con Strangio, sono 42 i latitanti arrestati in tutto il mondo, in poco meno di tre anni, dall’avvio del progetto I-CAN.


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