Letta riconosce la sconfitta ma rilancia: «L’Opa di M5s e Terzo Polo ha fallito». Ma Bonaccini boccia la linea Pd e chiede di «aprire un capitolo nuovo»

Majorino e D’Amato telefonano ai rispettivi avversari per congratularsi. Clima da primarie nel Pd nel dopo-voto

A pochi giorni dalla sua definitiva uscita di scena da segretario del Pd, con le Primarie in programma per il 26 febbraio, Enrico Letta riconosce la vittoria del centrodestra nelle regionali di Lazio e Lombardia, ma non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Il dato che esce dalle urne in Lombardia e Lazio è chiaro – ha commentato Letta -. Il centrodestra vince in entrambe le regioni; non possiamo, quindi, essere contenti di questo risultato complessivo, reso ancora più negativo dalla preoccupante crescita dell’astensione. Tuttavia, in un quadro politico per noi particolarmente complicato e con il vento chiaramente contro, il Pd ottiene un risultato più che significativo, dimostra il suo sforzo coalizionale e respinge la sfida di M5S e Terzo Polo». «Il tentativo ripetuto di sostituirci come forza principale dell’opposizione – contrattacca quindi Letta – non è riuscito». Di più: «L’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata. Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente a M5S e Terzo Polo che l’opposizione va fatta al governo e non al Pd». Infine il passaggio di testimone ideale al o alla prossima leader del partito: «Il Pd rimane saldamente seconda forza politica e primo partito dell’opposizione. E questo dato può essere un viatico fondamentale per il lavoro del nuovo gruppo dirigente che uscirà dalle Primarie del Pd del 26 febbraio». Infine da Letta è giunto l’omaggio a Pierfrancesco Majorino e Alessio D’Amato, «che hanno condotto con coraggio e competenza una bella e convincente campagna elettorale e che guideranno con determinazione l’opposizione nei due consigli regionali».


Bonaccini boccia il Pd e chiede ora il cambio di passo

È ben diversa però la lettura della performance del Pd del governatore dell’Emilia Romagna e candidato alla segreteria Stefano Bonaccini, che legge l’esito del voto non senza toni polemici verso la gestione della segreteria uscente. «La sconfitta di oggi è in continuità con quella delle politiche del 25 settembre scorso, dove un Pd ridotto e un campo progressista diviso regalano un’altra vittoria alla destra, anche quando è in difficoltà», è l’analisi di Bonaccini. «Dobbiamo chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo, dove il Pd torna centrale e attrattivo. Credo che il voto degli iscritti di questi giorni sia già un segnale della voglia di cambiamento e sono convinto che dalle primarie del 26 febbraio verrà un’ulteriore spinta in questa direzione».


Schlein: «Sconfitta netta, è ora di cambiare per davvero»

«La sconfitta in Lazio e Lombardia è netta, malgrado gli sforzi generosi dei nostri candidati e di chi si è speso per la campagna. Ora bisogna cambiare per davvero, nella visione, nei volti e nel metodo. Solo così si potrà ricostruire un campo progressista e tornare a vincere insieme». Lo afferma la candidata alla Nazareno, Elly Schlein. «L’astensionismo altissimo è una ferita alla democrazia e temo che come a settembre interessi soprattutto le fasce più impoverite, che non trovano più rappresentanza. La destra si unisce e vince nonostante le sue contraddizioni. Noi dobbiamo fare la sinistra, che si batte per chi fa più fatica».

Majorino e D’Amato concedono la sconfitta

«Una vittoria netta della destra»: è inequivocabile il risultato del voto per le elezioni regionali anche secondo il candidato governatore della Lombardia del centrosinistra e del M5s, Piefrancesco Majorino. Che ha già riconosciuto formalmente la sconfitta. «Ho telefonato al presidente Fontana, complimentandomi con lui come è giusto e doveroso fare in una situazione di questo tipo», ha detto Majorino, che poi ha tenuto a ringraziare «tutte le elettrici ed elettori che ci hanno sostenuto e che hanno creduto in noi nella nostra scommessa politica». Ma il risultato – ha ammesso – «è netto, inequivocabile, siamo di fronte a un’altra vittoria della destra in Lombardia». Poi l’ex assessore della giunta-Sala a Milano non ha mancato di pungere la scelta del polo di centro, che ha rifiutato di sostenerlo – «Il Terzo polo rifletta sulla scelta che ha portato a sostenere Letizia Moratti, che nessuno ha capito» – ma anche il suo stesso campo. «Non aver avuto un leader di partito a livello nazionale non ci ha aiutato, e rimane il rammarico di aver presentato il candidato due mesi prima del voto» ha detto Majorino con il pensiero rivolto al lungo percorso del Pd di questi mesi verso la scelta di un nuovo segretario. Anche nel Lazio il candidato del Pd, Alessio D’Amato, ha riconosciuto la sconfitta, telefonando a colui che sarà il prossimo governatore della regione, Francesco Rocca: ora «farò opposizione dura sulle questioni concrete», ha assicurato l’assessore uscente alla Sanità della Regione.

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