Mark Zuckerberg l’aveva annunciato: «Il 2023 sarà un anno all’insegna dell’efficienza». Che, però, «l’efficienza» potesse comportare una compressione dei costi del personale era inaspettato. Soprattutto dopo che, lo scorso novembre, c’era già stata la cacciata di 11 mila dipendenti dal gruppo Meta, proprietario di Facebook. Eppure è quanto sospetta il Wall Street Journal. In un articolo pubblicato il 17 dicembre, il quotidiano newyorkese scrive che la società di Zuckerberg ha assegnato a migliaia di lavoratori valutazioni negative, al termine di un’indagine interna sulle loro prestazioni. Secondo fonti informate sentite dal giornale, questa operazione potrebbe preludere a una nuova fase di licenziamenti o alla spinta verso le dimissioni di molti di loro. Il 10% dei dipendenti totali, nell’ultimo ciclo di recensioni delle performance, ha ricevuto un giudizio «meets most», ovvero «soddisfa per la maggior parte». Classificazione che è la penultima nella scala di Meta, prima della più bassa «meets some».
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