Alice Schembri suicida a 17 e i presunti ricatti ad altre ragazze: «Ci sono altri video»

Altri filmati sarebbero stati trovati all’ex della ragazza che si è tolta la vita

Nell’indagine sul suicidio di Alice Schembri ci sono altri video. Altre ragazze, amiche della 15enne che si è tolta la vita, sarebbero state riprese dopo rapporti sessuali consensuali. E poi ricattate da uno dei quattro indagati nell’inchiesta della procura di Palermo sui fatti di Agrigento. Alice Schembri si è buttata dalla rupe più alta della città il 18 maggio 2017. Perché, secondo la ricostruzione dell’accusa, due anni prima, nel 2015, era stata violentata da quattro ragazzi che avevano anche girato un video dello stupro. Una prima denuncia per istigazione al suicidio fu archiviata nel 2018 perché non si trovava il filmato. Che ora è stato recuperato. Due ragazzi erano maggiorenni e due minorenni all’epoca. Uno era il fidanzato di Alice. E proprio lui è ora accusato di aver ricattato altre ragazze.


L’indagine di Palermo sui fatti di Agrigento

Il Corriere della Sera fa sapere oggi che la Procura dei minori di Palermo, che già lo indagava per violenza sessuale e produzione di materiale pedopornografico, lo accusa anche di violenza privata ed estorsione. Ma un fascicolo con il suo nome e per gli stessi reati sarebbe stato aperto anche dai magistrati di Agrigento. Perché le condotte illecite contestate dai Pm sarebbero andate avanti anche dopo il compimento della maggiore età. In particolare in un caso il ragazzino avrebbe usato i video per «convincere» la fidanzata dell’epoca — Alice era già morta — a non lasciarlo. Il caso è stato trasmesso ai pm di Palermo perché a carico dei 4 indagati è stata avanzata l’ipotesi di diffusione di materiale pedo-pornografico. E questo reato è di competenza della Procura distrettuale.


Il padre di Alice

Il padre della ragazza su Facebook ha scritto che la ferita della sua morte sanguina ancora a distanza di tempo. Mentre della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei quattro indagati per lo stupro della figlia non vuole parlare. I legali degli accusati dicono invece che i rapporti erano stati consensuali, senza nessuna violenza. Tanto che Alice avrebbe continuato a frequentarli per anni. «Stavolta non posso lottare perché non potrò averla vinta mai, come non posso continuare a vivere così, anzi a fingere così», scrive Alice sui social network.

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