La consigliera FdI contro il Gay pride: «No nel parco con i bambini…». Sul profilo social hackerato spuntano le minacce di morte

Anche l’Arcigay di Piacenza ha preso le distanze dai post apparsi sul profilo della consigliera comunale, che la minacciavano dopo le sue dichiarazioni

«Apprendo che il Gay Pride dovrebbe partire ai Giardini Margherita, che sono frequentati da tanti bambini. Spero che sia tenuto contegno, evitando carnevalate». Dopo queste parole il profilo Facebook della consigliera comunale di Fratelli d’Italia di Piacenza, Sara Soresi, è stato hackerato e le sono pervenute minacce di morte. Nei giorni scorsi, infatti, sono apparsi alcuni post sul suo account con le sue foto a testa in giù. «A morte», recita uno. «Gli omofobi fascisti stanno meglio a testa in giù, arriva più sangue al cervello», si leggeva in un altro. E tutto sarebbe iniziato proprio lo scorso 15 febbraio dopo che la consigliera di FdI ha condiviso le sue opinioni per la prossima parata Lgbtqia+ prevista per il 27 maggio a Piacenza.


Soresi: «Non mi intimidiscono»

Qualche giorno dopo è riuscita a riprendere il controllo del suo profilo e ha annunciato l’intenzione di sporgere denuncia contro ignoti. Soresi non si dice intimidita. «Preoccupata per le minacce? No, più che altro infastidita. Magari sbaglio, ma credo che questi attacchi non abbiano un seguito», ha commentato alla stampa locale. «Quando ho iniziato a fare politica – ha raccontato – sapevo che il fatto di espormi mi avrebbe reso bersaglio di questo tipo di violenza. Ma penso però che chi mi ha votata si aspetti che tutto ciò non mi fermi e che io continui a portare avanti le mie idee e quelle di chi rappresento».


La condanna di Arcigay

Date le tempistiche tra un post e l’altro e i riferimento all’omofobia, si ipotizza che gli autori del gesto possano essere alcune schegge impazzite o persone vicine ad ambienti estremisti. Dalle associazioni Lgbt+ è arrivata solidarietà alla consigliera. «Arcigay Piacenza condanna gli attacchi ricevuti dalla consigliera comunale Sara Soresi sul proprio profilo Facebook hackerato, alcuni dei quali si giustificano con la lotta all’omofobia», fa sapere l’organizzazione in una nota. «Questo modo di agire violento e denigratorio della dignità individuale non fa parte della storia e della cultura della nostra associazione, anche se ancora oggi la nostra comunità ne è spesso vittima, sia tramite social (basta guardare i commenti sotto le notizie che ci riguardano per leggere offese e insulti ogni volta), sia dal vivo, anche recentemente a Piacenza». Infine, Arcigay ci tiene a sottolineare che fatti come questo sono distanti dallo spirito del Pride, «nato proprio dalla lotta contro l’odio e le discriminazioni, come inno alla libertà individuale».

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