Gorizia, braccianti stranieri segregati e sfruttati: tre arresti per caporalato

Nella perquisizione di tre dormitori sono stati trovati almeno 30 lavoratori, tra cui due minorenni

Tre dormitori, almeno trenta lavoratori, di cui due minorenni, tenuti in condizioni di semi-segregazione. Succede a Gorizia, in Friuli Venezia Giulia, dove tre persone sono state arrestate con l’accusa di caporalato, ossia i reati di intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera, con le aggravanti della minaccia, del numero dei lavoratori e della minore età di alcuni di loro. Inizialmente era stata fermata anche una quarta persona, di origine moldava, successivamente scarcerata e sottoposta all’obbligo di dimora. Le indagini sono partite a seguito di una chiamata anonima in cui un cittadino romeno ha raccontato che un suo connazionale era scappato da Gorizia proprio perché era stato sfruttato, per mesi e mesi, assieme ad altre persone come bracciante agricolo. E a gestire il tutto sarebbe stato un gruppo di caporali, anch’essi romeni. Stando alle dichiarazioni delle vittime, a queste era impedito di uscire dai dormitori ed erano stati tolti loro i documenti di identità.


La perquisizione

Dopo essere state allertate, le autorità hanno perquisito le abitazioni che usavano gli indagati, nelle province di Gorizia e Udine, tra cui tre dormitori. Qui sono stati trovati 30 lavoratori di nazionalità romena, tutti irregolari, tra cui un ragazzo di 17 anni e uno di 16, tutti in condizioni igienico-sanitarie precarie e ammassati in spazi non idonei. «Lo sfruttamento era determinato da vari fattori, quali il modestissimo livello di retribuzione garantito, le precarie condizioni alloggiative e di vita, l’assenza di regolarizzazione della posizione lavorativa, la mancata erogazione ai lavoratori delle benché minime garanzie di sicurezza e igiene sul lavoro», riferiscono gli inquirenti. «Gli indagati – concludono – in generale approfittavano dello stato di bisogno dei braccianti, che risultavano spesso ricattati e minacciati di essere cacciati senza paga».


Leggi anche: