Inchiesta Covid, Crisanti parla della consulenza ai pm: «Da parte mia ricostruzione oggettiva dei fatti. Si restituisca verità agli italiani»

«Ho lavorato 18 mesi al documento. Nessun atto di accusa ma la volontà di fornire una mappa logica degli eventi», ha detto all’Ansa il microbiologo dell’università di Padova, ora deputato Pd

Sul Covid «si restituisca la verità agli italiani». Così il professor Andrea Crisanti parla dell’inchiesta Covid e dell’avviso di conclusione delle indagini della procura di Bergamo che ha coinvolto alcuni dei principali nomi del governo Conte II e della sanità lombarda, tra cui l’ex ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana. «La motivazione principale mia e della procura è stata restituire agli italiani la verità su quelli che sono stati i processi decisionali che hanno portato a determinate scelte», ha detto Crisanti, che ha fornito la sua consulenza agli inquirenti di Bergamo. «Con la consulenza è stata fornita una mappa logica su quello che è successo. Questa perizia è una mappa logica che ha avuto l’obiettivo di ricostruire i fatti, quindi non è un atto di accusa ma è il tentativo di restituire una parte di verità su come si sono svolti i fatti, in particolare per la bergamasca che è stata una delle aree più colpite da questo evento». ll professore spiega poi il lavoro dell’ultimo periodo: «Ho lavorato 18 mesi a questa perizia, che ha richiesto la lettura di decine di migliaia di pagine, e centinaia di provvedimenti. La cosa particolarmente preminente che mi ha guidato è stata la volontà di contribuire a dare ai familiari delle vittime una ricostruzione della verità di quel che è successo». E ancora: «Ho cercato di dare una risposta che fosse la più asettica e scientifica possibile».


Fontana commenta la perizia: «Valutazioni senza fondamento»

A rispondere a Crisanti nelle ultime ore è stato il presidente della Lombardia, tra i principali accusati dall’inchiesta. «Non so sulla base di quali valutazioni il professore senatore Crisanti ha tratto le conclusioni che hanno portato a questa incriminazione», ha detto a Radio Anch’io il governatore. «Quando si tratta di emergenza pandemica la competenza è esclusiva dello Stato secondo la Costituzione, non secondo me. E poi se avessi emesso l’ordinanza (per la zona rossa nel bergamasco, ndr) con chi l’avrei fatta eseguire? Non ho a disposizione né l’esercito né i carabinieri».


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