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Attacchi con droni in Russia, il Pentagono replica a Mosca: «Accuse prive di senso, non abbiamo aiutato Kiev»

La risposta alle accuse del Cremlino, che punta il dito contro Ucraina e Stati Uniti

«Non siamo in guerra con la Russia e le affermazioni che sostengono che abbiamo aiutato l’Ucraina sono totalmente prive di senso». Risponde così il generale Pat Ryder, portavoce del Pentagono, alle accuse avanzate oggi da Mosca. Nel pomeriggio, il viceministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov aveva puntato il dito contro il governo americano per gli attacchi con droni che nei giorni scorsi hanno colpito alcune basi aeree strategiche russe. «Non è un segreto che qualche tempo fa Kiev abbia lanciato attacchi con veicoli aerei senza equipaggio contro basi strategiche dell’aviazione russa nelle regioni di Saratov e Ryazan», ha detto oggi Ryabkov. «Sappiamo che questi attacchi non sarebbero stati possibili senza una seria assistenza da parte degli Stati Uniti, compresa la selezione degli obiettivi, la fornitura di intelligence e assistenza di altro tipo», ha poi aggiunto il vice di Sergej Lavrov. I primi attacchi dronistici in territorio russo risalgono al 28 febbraio. Mosca ha subito puntato il dito contro Ucraina e Stati Uniti, ma il Pentagono ha escluso categoricamente ogni coinvolgimento. E in realtà ha fatto lo stesso anche il governo di Kiev, tramite le parole di Mikhail Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio del presidente ucraino. «L’Ucraina non ha mai colpito il territorio russo. Stiamo conducendo una guerra difensiva per liberare tutti i suoi territori», ha commentato ieri Podolyak. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, però, ha risposto senza troppi giri di parole: «Non gli crediamo».


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