Juve, le carte segrete sugli affari con gli altri club. L’ex dirigente Lombardo svela il “sistema Paratici”
La Juventus avrebbe usato alcuni club con cui intratteneva affari come una sorta di banca che permetteva ai bianconeri di fare le plusvalenze, acquistando anche giocatori tramite altre squadre «per ostacolare le altre». A rivelarlo è quello diventato rapidamente il teste chiave dell’inchiesta Prisma della procura di Torno, Maurizio Lombardo, ex segretario generale che si occupava dei contratti, come ricorda Repubblica. Almeno prima che i vertici juventini lo mettessero alla porta dopo nove anni «in 5 minuti». In procura il 17 febbraio Lombardo è un fiume in piena contro gli ex colleghi. A cominciare da Fabio Paratici, che «aveva smanie di onnipotenza, voleva acquistare giocatori anche tramite altre squadre per ostacolare le altre». A Lombardo i pm chiedono conto di un incontro particolare il 19 luglio 2018, tra il legale della Juventus, Cesare Gabasio, e il vicepresidente dell’Udinese, Stefano Campoccia, neo eletto consigliere della Lega calcio. I due si sono visti al quarto piano di via Rossellini n.4 a Milano, cioè la sede della Lega calcio. In quell’occasione Gabasio consegna in un luogo a dir poco insolito un impegno di riacquisto in una busta chiusa.
Lombardo rivela che era lui a conservare le side letter «in una valigetta, sempre con me, anche a casa». Capitava infatti di essere chiamato da Paratici «anche di notte». Nei documenti custoditi da Lombardo «c’erano quelle di Cagliari, dell’Atalanta, senza dubbio firmate». A lui dicevano «tienile tu» perché «era meglio che non uscissero». L’ex dirigente juventino fa rivelazioni sui diversi debiti, per esempio con l’Atalanta: «14,5 milioni: 4 per Mattiello, 4 per Muratore, 3,5 per Caldara, 3 per Romero». Parla anche di Cerri, Mandragora, Orsolini, Demiral, Traorè, Mulè, Audero, Peeters. E conferma che i giocatori conoscevano bene gli accordi: «Le scritture erano rassicurazioni». Il testo «era predisposto» da Gabasio, che dopo Marotta «che era più prudente», spiega Lombardo, «il suo ruolo è cresciuto». Dopo Marotta, aggiunge l’ex dirigente bianconero, «non c’era più un’operazione che teneva». Poi il nuovo gruppo di lavoro con «Agnelli, Nedved, Cherubini, Paratici e Gabasio» lo aveva marginalizzato e oggi «ringrazio il cielo».
Anche sulle manovre stipendi, Lombardo spiega: «Per la prima, avevo preparato le buste, 2 per ogni calciatore, in una la riduzione, l’altra per rimetterla firmata». Non tutti gli stipendi però venivano pagati, come aveva confermato anche Paulo Dybala che lamentava di quanto gli spettasse ancora: «La Juve mi deve 3 milioni per gli stipendi del 2021. Ad aprile 2023 ha l’ultima opportunità per pagarli». In caso contrario avrebbe dovuto procedere col suo avvocato, ma non voleva «fare nessuna causa e uscire sui giornali, evitando problemi per me e per la Juve».
Con le nuove regole, le side letter non venivano depositate in Lega «altrimenti non si poteva registrare la plusvalenza», spiega Lombardo che entra nel dettaglio del sistema: «Tutti i direttori sportivi volevano una recompra. Ma non poteva essere registrata la plusvalenza fin tanto che non scadeva la condizione». I problemi emergono con il contratto di Mandragora all’Udinese per 20 milioni, quando «si rendono conto che con questa ricompra non potevano più registrarla subito». All’epoca Lombardo ricorda: «Era ancora il periodo di Marotta e io chiesi: perché ce lo riprendiamo che non giocherà mai nella Juventus? Mi dissero che avevamo un obbligo».
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