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Iran, altre ragazze avvelenate in classe. La tosse senza fine tra le urla a scuola: «Aiuto non riesco a respirare» – Il video

05 Marzo 2023 - 13:04 Ygnazia Cigna
Dall'inizio delle prime intossicazioni sono oltre 50 le scuole coinvolte. Le autorità hanno individuato un campione che si sospetta possa essere la causa degli avvelenamenti

Spuntano nuovi casi di studentesse avvelenate in Iran, dopo i centinaia di casi scoperti negli ultimi mesi. Oggi, 4 marzo, sono stati segnalate intossicazioni avvenute in due istituti scolastici ad Abhar e ad Ahvaz, e in una scuola elementare di Zanjan. Altre studentesse hanno fatto ricorso alle cure dei medici a Mashhad, Shiraz e Isfahan. «Aiuto non riesco a respirare», si sente urlare in alcuni video che ritraggono le giovani donne che tossiscono ininterrottamente fuori nei cortili della scuole. Nei filmati che stanno circolando, visibili sul canale Telegram FreedoMessanger, si vedono anche le famiglie che arrivano a soccorrere le figlie. Da quando sono iniziate le denunce di giovani donne che presentavano sintomi di avvelenamento, si contano oltre 600 ragazze coinvolte e appartenenti ad almeno 50 scuole diverse che sono state prese di mira. Le autorità riferiscono di aver individuato alcuni campioni di una sostanza che si sospetta possa essere la causa delle intossicazioni.

Far chiudere le scuole o un piano dei nemici? Le ipotesi dietro i casi

Al momento, non ci sono state vittime, ma molte hanno accusato problemi respiratori, nausea ed episodi di confusione. La tesi più accreditata, allo stato attuale dei fatti, è che ci sia dietro un piano per far chiudere le scuole femminili. Ipotesi che sostiene la viceministra della Salute, Younes Panahi. Intanto, si fa sempre più largo anche la la teoria secondo cui questo presunto piano di avvelenamenti non sarebbe nient’altro che una vendetta del regime contro le proteste delle donne che stanno riempiendo da mesi le strade del Paese, dopo la morte della 22enne Mahsa Amini. Ma il presidente iraniano Ebrahim Raisi respinge fermamente le accuse. E anzi, a suo dire, si tratterebbe di «un piano dei nemici per creare malcontento in vari settori del Paese, come ad esempio nelle strade, nei mercati e nelle scuole».

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