Kiev identifica il prigioniero giustiziato dai russi, chi era il soldato ucraino disperso a Bakhmut – Il video

La conferma arriva dalla sorella del soldato: «Riconosco i suoi occhi, il modo in cui fumava»

Si chiamava Tymofiy Mykolayovych Shadura il soldato ucraino ucciso a ieri a sangue freddo dalle truppe russe. Era un militare della trentesima Brigata meccanizzata che combatteva a Bakhmut. Aveva 40 anni e dal 3 febbraio veniva considerato disperso. Sulla pagina ufficiale della 30esima Brigata separata meccanizzata i commilitoni lo hanno ricordato con un post. «Il comando della trentesima brigata e i fratelli dell’eroe esprimono sincere condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari. La vendetta sarà inevitabile», si legge nel messaggio inviato anche dai fratelli dell’«eroe». La brigata, inoltre, aggiunge che il corpo del soldato si trova attualmente «nel territorio temporaneamente occupato» e che «la conferma finale della persona sarà stabilita dopo il rientro e dopo gli esami pertinenti». Ieri, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva commentato la tragedia: «L’Ucraina non dimenticherà mai l’impresa di tutti coloro che hanno dato la vita per la libertà dell’Ucraina». Le informazioni fornite dalla brigata sono riportate anche dalla pagina Instagram ufficiale dell’esercito ucraino.


Il ricordo della sorella

La conferma definitiva che l’uomo è stato identificato correttamente arriva dalla sorella, che ha dichiarato alla giornalista Sofia Kochmar-Tymoshenko di essere «sicura al 100%, questo è mio fratello: sono i suoi occhi, la sua voce e il modo in cui fumava una sigaretta». La donna spiega che anche gli altri membri della famiglia hanno riconosciuto Mykolayovych. Ora chiedono silenzio e rispetto. Nel frattempo, il dipartimento investigativo del servizio di sicurezza ucraino sta lavorando per identificare i responsabili. L’autorità ha aperto un’indagine ai sensi della legge del Paese contro la «violazione delle leggi e dei costumi di guerra». A renderlo noto è il procuratore generale dell’Ucraina Andriy Kostin, aggiungendo: «Anche la guerra ha leggi. Ci sono norme di diritto internazionale sistematicamente trascurate dal regime criminale russo. Prima o poi il delitto sarà punito. Tutti i soggetti coinvolti saranno ritenuti responsabili nei confronti della legge».


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