Ricorso di Cospito alla Corte europea dei diritti umani. Sotto accusa anche la Cassazione – Il documento

L’anarchico contesta la riqualificazione del reato da parte dei giudici del Palazzaccio

L’anarchico in regime detentivo di 41 bis, da quattro mesi in sciopero della fame, Alfredo Cospito, ha presentato un nuovo ricorso, questa volta alla Corte europea dei diritti umani (Cedu), come la stessa corte ha confermato ad Ansa. Il ricorso è protocollato al numero 10552/23 e nel documento Cospito accusa l’Italia di aver violato il suo diritto a non essere condannato per un crimine che al momento in cui è stato commesso non costituiva un reato in base alla legge italiana. Secondo i suoi legali la qualificazione giuridica di quanto gli è stato contestato, ovvero il reato di “strage politica” così come normato dall’articolo 285 del Codice penale, non era prevedibile alla luce della giurisprudenza, quando Cospito ha compiuto i fatti per i quali è stato condannato. Nel corso del processo per l’attentato alla caserma dei Carabinieri di Fossano, l’anarchico è stato condannato prima per strage e quindi, dopo la pronuncia della Cassazione, per strage politica. Ma, scrive il legale Flavio Rossi Albertini, la Suprema corte ha allargato la concezione di strage politica per come era stata intesa fino a quel momento. In passato infatti, persino l’attentato a Falcone a Capaci o quello contro Rocco Chinnici non erano stati rubricati come “strage politica”. Gli unici attentati che erano rientrati in questa fattispecie più grave erano di fatto, quelli della cosiddetta strategia della tensione, scrive l’avvocato:


Si legge in sentenza che la strage era infatti inquadrabile nella cosiddetta strategia della tensione che tende a creare turbamento nella compagine sociale, insicurezza per l’attività e la vita stessa dei cittadini, sfiducia nelle istituzioni e conseguentemente a determinare la perdita del consenso per l’ordinamento democratico e l’affermarsi di un regime dittatoriale in spregio dei diritti garantiti ai cittadini dalla Costituzione


Nel caso di Cospito, invece, l’attentato realizzato con esplosivi non ad alto potenziale e comunque di notte è stato ritenuto capace di attentare al consenso per l’ordinamento democratico, cosa che in passato non era acaduto. Scrive infatti Rossi Albertini:

La suprema corte di Cassazione ha per la prima volta dilatato il perimetro applicativo della fattispecie di cui all’articolo 285 cp fino a ricondurla a situazioni che esorbitano dal rigore descrittivo, rectius ermeneutico, della norma per come risultante dall’esegesi giurisprudenziale fino a quel momento costituente diritto vivente

Da questo punto di vista, secondo la difesa, ci sarebbe quindi una violazione dell’articolo 7 Cedu:

Nel momento in cui la Suprema Corte di Cassazione ha per la prima volta dilatato il perimetro applicativo della fattispecie di cui all’articolo 285 fino a ricondurla anche a situazioni che esorbitano dal rigore ermeneutico della norma ha proceduto a un overuling tale da sussumere nella strage politica anche fatti oggettivamente di minor lesività rispetto al bene giuridico tutelato dalla norma

La prevalenza delle aggravanti sulle attenuanti in ogni circostanza, nel caso di strage politica, è anche il tema del ricorso alla Consulta che sarà discusso il prossimo 18 aprile.

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