Caso Moby, Beppe Grillo e l’armatore Onorato verso il processo per traffico di influenze. La chat del fondatore M5s: «Ho attivato Di Maio e Toninelli»

La procura di Milano ha chiuso le indagini a carico dei due indagati per mediazioni e contratti pubblicitari illeciti

«Vincenzo ho attivato Luigi e Toninelli vediamo cosa dicono». È quanto si legge in un messaggio che Beppe Grillo inoltrò a Vincenzo Onorato il 30 luglio 2019 e che compare nell’avviso di conclusione delle indagini della Procura di Milano sul fondatore del Movimento 5 Stelle e sul patron del gruppo Moby, in vista di una probabile richiesta di processo per traffico d’influenze illecite. I due sono indagati dai giudici del capoluogo lombardo per alcuni contratti pubblicitari sottoscritti nel 2018 e nel 2019 dalla compagnia di navigazione Moby, guidata da Onorato, con il blog Beppegrillo.it. Stando a quanto ricostruito nelle carte dell’indagine, in cambio di quei contratti Grillo avrebbe inoltrato in quel periodo ai parlamentari del Movimento le richieste di aiuto avanzate dall’armatore – suo amico di lunga data – quando la compagnia era in crisi finanziaria. Una mediazione considerata dai pm «illecita». La stessa ipotesi di reato era stata contestata anche a Onorato.


L’inchiesta

L’inchiesta, partita nel gennaio 2022, si basava su una sessantina di pagine di chat acquisite agli atti. E tra le persone soggette alle pressioni del caso spiccava proprio il nome dell’ex ministro dei trasporti Danilo Toninelli (non indagato). L’apertura del fascicolo nasceva a sua volta da un’altra inchiesta, quella a Matteo Renzi sui finanziamenti illeciti alla Fondazione Open. Il messaggio del 30 luglio 2019 è la richiesta indirizzata a Toninelli e a Di Maio, all’epoca in carica come ministro dello Sviluppo economico, che riguarderebbe «un loro intervento» per sbloccare un pagamento verso Cin, del gruppo Moby, da 62 milioni di euro. Stando all’imputazione della Procura di Milano, il fondatore dei 5 Stelle avrebbe ottenuto anche «l’organizzazione di un comizio elettorale per il movimento 5 stelle a Torre del Greco il 12.2.2018, presenti lo stesso Grillo e Luigi Di Maio» e «la promessa di organizzare comizi elettorali per gli esponenti del M5s». Il tutto come prezzo della propria «mediazione illecita».


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