Migranti, linea dura anche sulla Manica. I “gemelli diversi” Sunak-Macron rilanciano i rapporti: con un nuovo centro di detenzione

Il centro sarà costruito nel nord della Francia e vi opereranno squadre congiunte. Londra verserà anche oltre mezzo miliardo a Parigi per rafforzare i pattugliamenti

Tratti particolari. Quarantenni, ambiziosi, “piacioni” quanto basta e con lo stesso background: figli di medici, hanno iniziato la loro carriera lontano (almeno apparentemente) dalla vita pubblica, nelle grandi banche d’investimento, prima di lanciarsi – con notevole successo – in politica. A Parigi è stato il giorno del primo vertice bilaterale tra Emmanuel Macron e Rishi Sunak. Uomo di Stato ormai navigato il primo (a maggio saranno sei gli anni da cui guida la Francia dall’Eliseo), novello primo ministro il secondo – dopo la caduta sotto i suoi occhi, uno dopo l’altro, di Boris Johnson prima e di Liz Truss poi. Sarà per i numerosi tratti particolari in comune, o per un modo non troppo distante di intendere l’economia e la politica – al netto della rivalità tra i due Paesi – che i due leader sono entrati nelle sale dorate dell’Eliseo per il loro primo incontro a tu per tu tra sorrisi e cenni d’intesa. Un’atmosfera che pare essersi riverberata anche negli esiti concreti dei conciliaboli. «È un momento in cui ci ritroviamo, un momento di riconnessione
e di nuovo slancio», ha detto Macron nella conferenza stampa seguita all’incontro. «L’incontro di oggi è il simbolo di un nuovo slancio, di un’intesa ritrovata», ha confermato al suo fianco Sunak. Su quale terreno?


A dominare i colloqui, oltre al tema del sostegno all’Ucraina, è stata la questione dell’immigrazione. I governi di entrambi i Paesi vogliono tenere sempre più sotto controllo i flussi migratori, ed è di pochi giorni fa l’annuncio da parte del premier britannico del durissimo piano di respingimenti e rimpatri per dissuadere gli arrivi illegali nel Regno Unito. Che passano anche e soprattutto, via Francia, per la Manica. Vogliamo «spezzare il modello economico delle organizzazioni criminali», ha detto in conferenza stampa Sunak, riecheggiando, migliaia di chilometri più a nord, i propositi riaffermati dal governo italiano con il decreto presentato ieri a Cutro.

Nel dettaglio, ha annunciato il governo britannico, l’intesa bilaterale prevede la costruzione di un nuovo centro di detenzione per i migranti nel nord della Francia, «che riunirà per la prima volta le nostre squadre», integrato dal dispiegamento di maggiori risorse sia di personale francese (500 nuovi agenti) che di tecnologie dedicate per pattugliare più efficacemente le coste. La cooperazione rafforzata mira ad aumentare il tasso d’intercettamento di tentati attraversamenti e a ridurne così drasticamente il numero», chiarisce la nota diffusa al termine dell’incontro da Downing Street. Per consentire tale sforzo, il Regno Unito si impegna ad aumentare nei prossimi tre anni il suo contributo finanziario allo Stato francese con un pacchetto finanziario pluriennale ad hoc: 141 milioni di euro nel 2023-24, 191 milioni di euro nel 2024-25 e altri 209 milioni di euro nel 2025-2026. Ciò si aggiunge, ricorda il comunicato, ai pattugliamenti già aumentati dalla Francia del 40% nel 2022. Sul terreno della lotta all’immigrazione clandestina, l’intesa Macron-Sunak prova così a rilanciare i rapporti franco-britannici, tormentati negli ultimi anni anche sulla scorta delle frizioni legate alla Brexit.

Foto: EPA/GONZALO FUENTES/POOL

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