Più tempo per rinnovare il permesso di soggiorno e pene più severe per gli scafisti: cosa c’è nel decreto migranti approvato a Cutro

Le nuove regole del governo Meloni contro l’immigrazione irregolare: «La linea rimane quella di massima fermezza»

Dopo il naufragio al largo delle coste calabresi che è costato la vita a oltre 70 migranti, oggi il consiglio dei ministri si è riunito – in via eccezionale – a Cutro, in Calabria. Durante la riunione, Giorgia Meloni e i suoi ministri hanno approvato il cosiddetto decreto migranti. Un unico documento, che – nelle parole della premier – conferma la linea di «massima fermezza» con cui l’esecutivo intende affrontare il dossier immigrazione. Una delle novità principali introdotte dal decreto è l’inasprimento delle pene per i reati connessi all’immigrazione clandestina. Il documento approvato oggi dal cdm prevede l’introduzione di un nuovo reato di «morte o lesione come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina», che prevede una pena fino a 30 anni di reclusione. È saltata invece la norma che prevedeva un rafforzamento della sorveglianza marittima, con spostamento della competenza sulla Guardia Cositera dal ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini a quello della Difesa di Guido Crosetto. Alla fine è stato il leader della Lega ad avere la meglio sugli alleati di governo, ottenendo lo stralcio dell’articolo.


Il decreto flussi diventa triennale

L’altra grande novità riguarda le modifiche al decreto flussi. Le quote di stranieri da ammettere in Italia per lavoro subordinato non saranno definite più di anno in anno, ma su base triennale. Le quote maggiori, si legge nel decreto, «saranno assegnate ai lavoratori di Stati che promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche sui rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari». Cambia anche la durata dei rinnovi del permesso di soggiorno, che passano da due a tre anni. Sempre nell’ambito della gestione dei flussi regolari, il governo intende dare priorità a quelle aziende che hanno fatto domanda per l’assegnazione di lavoratori agricoli, mentre allo stesso tempo si rafforza l’attività di contrasto alle agromafie. Previste poi una serie di semplificazioni burocratiche per l’avvio del rapporto di lavoro degli stranieri con aziende italiane, grazie anche all’accelerazione della procedura di rilascio di tutti i documenti necessari.


Rimpatri più veloci

Con il decreto migranti approvato oggi a Cutro, il governo semplifica anche le procedure per l’espulsione di stranieri a seguito di una condanna. D’ora in poi, infatti, non servirà più la convalida del giudice di pace per l’esecuzione dei decreti di espulsione. Il documento, infine, restringe l’interpretazione della cosiddetta «protezione speciale», uno status che oggi viene concesso al migrante quando, per i più svariati motivi, non è possibile il suo allontanamento dal Paese di approdo. In conferenza stampa, la premier Meloni non ha usato mezzi termini: «L’obiettivo è abolire la protezione speciale».

Foto di copertina: ANSA / CARMELO IMBESI | Da sinistra: il ministro degli Esteri Antonio Tajani, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dei Trasporti Matteo Salvini (9 marzo 2023)

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