Caso D’Onofrio, l’ex capo degli arbitri avrebbe raggirato anche la procura di Milano: «Usciva dai domiciliari con permessi falsi»

L’ultima evoluzione dell’inchiesta sull’ex procuratore capo dell’Aia, arrestato lo scorso anno per traffico internazionale di droga

Non solo l’Aia e il Tribunale federale. Secondo le ultime evoluzioni dell’inchiesta, Rosario D’Onofrio – ex procuratore capo dell’Associazione italiana arbitri – avrebbe raggirato anche la procura di Milano. Lo scorso 12 novembre, D’Onofrio è stato arrestato a Milano in una maxi-operazione della Guardia di Finanza con l’accusa di traffico internazionale di droga. L’ex capo degli arbitri, conosciuto anche con il soprannome «Rambo», è stato intercettato durante la consegna di 35 chili di hashish e, secondo i pm, avrebbe fornito anche armi e sostegno economico a una banda di narcotrafficanti in Spagna. A rendere la vicenda ancora più incredibile contribuì poi un altro fattore: D’Onofrio, infatti, ha mantenuto il suo ruolo di procuratore capo dell’Aia anche in un periodo in cui era già agli arresti domiciliari. Una notizia che, una volta resa pubblica, ha finito per portare alle dimissioni di Alfredo Trentalange, presidente degli arbitri di calcio italiani, deferito dalla procura della Federcalcio.


La difesa di Trentalange

Trentalange ha sempre sostenuto di non essere mai venuto a conoscenza dei guai giudiziari di D’Onofrio prima dello scorso novembre. Secondo la difesa, D’Onofrio sarebbe riuscito a tenere all’oscuro i vertici dell’associazione arbitrale, muovendosi con dei permessi. Ed è qui che si inserisce l’ultima novità dell’inchiesta. Secondo Tuttomercatoweb, infatti, i documenti presentati per ottenere quei permessi sarebbero falsi. Oltre a raggirare l’Aia, dunque, D’Onofrio sarebbe riuscito a ingannare anche la procura di Milano. Un elemento prezioso per gli avvocati di Trentalange, che rafforzerebbe la linea di difesa dell’ex presidente degli arbitri in vista della prossima udienza di venerdì 17 marzo al Tribunale federale. Inizialmente, Trentalange aveva resistito alle richieste di chi ne chiedeva le dimissioni. Alla fine, però, fu convinto da Gabriele Gravina, presidente della Figc, a lasciare il suo ruolo per evitare il commissariamento dell’Aia.


Foto di copertina: ANSA/AIA FIGC | Rosario D’Onofrio, l’ex procuratore capo dell’Aia, l’associazione arbitri (11 novembre 2022)

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