Roma, così la cancellazione del reato “salva” una presunta furbetta del reddito di cittadinanza

Il Gup ha estinto il reato in anticipo rispetto alla data del gennaio 2024. Ma ha restituito gli atti alla procura per formulare nuove ipotesi di reato

Con l’ultima legge di Bilancio il governo Meloni ha abrogato la norma che puniva l’indebita percezione del reddito di cittadinanza. L’abrogazione vale dal primo gennaio 2024. Ma il giudice dell’udienza preliminare Claudio Carini ha respinto una richiesta di rinvio a giudizio della procura di Roma nei confronti di una presunta indebita percettrice perché l’eventuale condanna non sarebbe stata definitiva. La donna è accusata di aver percepito 900 euro per quattro mesi senza averne diritto. Con la restituzione degli atti il Gip ha indicato alla procura un’altra strada da seguire. Ovvero individuare se sia possibile configurare un altro reato. Che la cancellazione della normativa avrebbe portato a questo lo aveva segnalato il Partito Democratico in un’interpellanza al ministro della Giustizia Carlo Nordio. Mentre il Terzo Polo aveva presentato una proposta di legge per il ripristino delle sanzioni. L’edizione romana del Corriere della Sera fa sapere che nei confronti della donna la procura potrebbe sollevare l’accusa di falso o di truffa ai danni dello Stato. L’indagata, all’epoca 26enne, aveva omesso di far parte del nucleo familiare del padre. Che aveva un reddito di 32 mila euro. La giovane aveva ottenuto il reddito per quattro mesi tra giugno e settembre 2019. Poi aveva trovato lavoro e aveva rinunciato al sussidio. Il suo avvocato Francesco Petillo fa notare che il processo avrebbe avuto un esito scontato. Con l’estinzione del procedimento alla prima udienza.


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