Ucraina, dopo la Polonia anche la Slovacchia invierà 13 Mig-29 a Kiev. Mosca minaccia: «Saranno distrutti»

Varsavia e Bratislava sono attualmente gli unici a rispondere alla richiesta di caccia su cui Kiev insiste dall’inizio dell’invasione russa

Le prime resistenze sull’invio di caccia in Ucraina stanno crollando. Non da parte di tutti i Paesi della Nato, certo. Alla decisione della Polonia di fornire a Kiev alcuni jet di provenienza sovietica MiG-29, si è aggiunta quella della Slovacchia. La conferma è arrivata in mattinata dal governo del premier Eduard Heger: tredici MiG-29 raggiungeranno la capitale ucraina. «Abbiamo preso una decisione costituzionalmente legittima. La presidente Zuzana Caputova è informata di tutto», ha dichiarato Heger. Alcuni di essi, ha aggiunto il ministro della difesa Jaroslav Nad, «saranno utilizzati come pezzi di ricambio». Polonia e Slovacchia sono attualmente gli unici due paesi dell’Alleanza Atlantica a rispondere alla richiesta di caccia su cui l’Ucraina insiste dall’inizio dell’invasione russa e che ha rinnovato dopo l’invio di tank a Kiev e davanti al Consiglio europeo del 10 febbraio. Senza ottenere, però, grande successo. Irremovibile sull’invio degli aerei da combattimento è la Germania, col suo cancelliere tedesco Olaf Scholz. Lo ha ribadito anche oggi il suo portavoce, Steffen Hebestreit, rispondendo in conferenza stampa a Berlino ad alcune domande sull’annuncio di Varsavia, che invierà 4 caccia Mig-29 all’Ucraina. «Abbiamo sentito le parole del presidente Duda, la Polonia non aveva il dovere di concordarsi con noi», ha detto.


Il nuovo pacchetto di armi slovacco è stato invece accolto con significativa gratitudine dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «I nostri accordi a Bruxelles stanno funzionando! Durante una telefonata, ho ringraziato il primo ministro slovacco Eduard Heger per un consistente pacchetto di armi per la difesa aerea, compresi gli aerei MiG. Apprezzo il suo ruolo personale nel sostenere l’Ucraina. Non vedo l’ora di continuare il nostro dialogo a Kiev», ha scritto su Twitter il leader di Kiev. Prevedibile la reazione di Mosca. «I caccia donati da Polonia e Slovacchia saranno distrutti», è la minaccia di Dmitry Peskov, citato dalla Tass. «Le forniture di questi aerei – continua il portavoce del Cremlino – come abbiamo ripetutamente affermato, non possono avere un impatto sull’operazione militare speciale, ma possono causare più sofferenze alla stessa Ucraina e al popolo ucraino». Per Peskov, i piani di Varsavia e Bratislava per la fornitura di jet MiG-29 rappresentano «l’ennesima prova di come un buon numero di paesi della Nato, siano sempre più coinvolti nel conflitto». La decisione dei due Paesi segna sì, una svolta, ma – almeno per ora – non implica un generale cambiamento di linea nell’ambito della Nato. L’Ucraina, attraverso le parole del presidente Zelensky e di altri esponenti del governo, da tempo ribadisce la necessità di ricevere aerei dall’Occidente. Ma la Casa Bianca è ferma sulle sue posizioni: la decisione di altri Paesi di inviare caccia a Kiev «non cambia la nostra valutazione rispetto all’invio di F-16».


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